“Fa bella mostra di se in albo pretorio dal 24 dicembre, ma nessuno ne parla: la proposta di adesione alla procedura di riequilibrio pluriennale, che indebiterà l'Ente per molti anni a venire, è stata già calendarizzata all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale del 2 gennaio, ma evidentemente i nostri amministratori hanno ben altro di cui occuparsi che comunicare alla città di essere sull’orlo del baratro del secondo dissesto finanziario” dichiara Mariagiovanna Gradanti, portavoce del gruppo politico del consigliere comunale Giuseppe Quarrella che per primo, con un comunicato stampa, ha deciso di portare a conoscenza della città ciò che è destinato a succedere durante la prossima seduta del civico consesso ispicese.
Non senza un accenno a ciò che sembra essere, per tutta evidenza, la vera causa delle difficoltà finanziarie del Comune: “Il Sindaco e la sua compagine, dopo anni di feroci accuse strumentali e caccia ai fantasmi, buoni solo per la fase urlata delle campagne elettorali, si sono finalmente resi conto che avevamo ragione sulle vere cause del dissesto finanziario di Ispica, ossia le sentenze divenute esecutive che hanno condannato il Comune a risarcimenti milionari per espropri illegittimi avvenuti negli anni ’70, ’80 e ’90 del secolo scorso e che, a tutt’oggi, continuano ad arrivare sempre nuove e sempre impetuose, abbattendosi sui già precari bilanci dell’Ente. Ci sono voluti più di sette anni per metterlo nero su bianco, ma se qualcuno finalmente ha capito qual è, assieme alla progressiva riduzione degli stanziamenti statali, l’origine di tutti i mali finanziari di Ispica e che ‘risparmiare’ non è sinonimo di ‘risanare’, probabilmente l’attesa non è stata vana. Il nostro gruppo è l’unico attore dell’attuale panorama politico cittadino a poter vantare di essere sempre stato vigile e prudente sull’argomento, dal momento che il consigliere Quarrella già nel 2017 suggeriva la necessità di aderire ad un piano di riequilibrio, quando certamente le condizioni erano più favorevoli, avremmo evitato l’arrivo di nuovi debiti derivanti da sentenze e i bilanci – che latitano da più di un anno – erano approvati.
Non ci saranno ‘salvatori romani’: ancora una volta la città dovrà sperare nelle scelte dei propri rappresentanti più prossimi, i consiglieri comunali. La cosa veramente triste in questa situazione è che pubblicamente si continuano ad osannare gli eventi natalizi e le altre piccolissime e poco significative realizzazioni di questa amministrazione e dei suoi innesti politici, mentre in privato ci si preoccupa solo di stendere un inquietante velo di silenzio sui problemi veri, approfittando della ‘distrazione di massa’ per raccattare consensi tra le note famiglie storicamente portatrici d’acqua ai mulini del potere e cercare alleanze inedite in vista delle elezioni, che vorrebbero forse ricalcare la composizione del governo nazionale, ma che in realtà sono l’unica àncora di salvezza per gli attori politici in questione: uno il candidato senza partito, l’altro lo pseudo-movimento senza candidato.
Complementari, tragicamente, per necessità. Ma, nel frattempo, chi amministra? Noi – conclude la nota – abbiamo votato contro il primo dissesto nel 2013 e, coerentemente con quella posizione e per il bene esclusivo della città, intraprenderemo ogni azione possibile volta a scongiurare il secondo”.