Figuriamoci se anche sulla nomina dei due nuovi assessori della Giunta comunale di Ragusa non si registrasse uno scontro, anche abbastanza aspro, tra i consiglieri 5 stelle e il sindaco Cassì. I consiglieri m5 Sergio Firrincieli, Zaara Federico, Alessandro Antoci, Giovanni Gurrieri e Antonio Tringali iniziano il loro documento parlando di “ritorno della vecchia politica a Palazzo dell’Aquila, in quanto la nomina dei due assessori risponde a logiche che pensavamo sorpassate da tempo e propone questioni pesanti su cui i
ragusani dovrebbero meditare”, e non perdono occasione per sottolineare “ecco che finalmente il sindaco Cassi, quello che dice di abiurare la politica e i giochi di palazzo, mostra la sua vera identità. Lo stesso sindaco che, sabato scorso, ergendosi a novello censore, ha accusato un non meglio identificato esponente politico di sollecitare favoritismi in alcuni uffici comunali che ricevono il pubblico. Il bello è, però, che mentre il sindaco fa a tutti la morale, forse perché consigliato male, nel giro di 48 ore cade lui stesso nel tranello di cattive pratiche politiche. E sente la necessità di allargare la compagine assessoriale sottostando a logiche vecchie”. Ed ecco qui di seguito, sfrondate dalle frasi di contorno, le accuse dei pentastellati al primo cittadino.
“Intanto, per mascherare un manifesto imbarazzo sceglie delle donne. Forse è convinto che siano più facili da abbindolare dato che ne ha fatto fuori politicamente già una dalla Giunta, la dottoressa Salamone, e ha fatto in modo che un’altra, la signora Malfa, decidesse di dimettersi dalla carica di vicepresidente del Consiglio per mancato coinvolgimento sulle scelte politico-amministrative”. Detto questo, il gruppo consiliare grillino aggiunge “la nomina di due assessori, in prima battuta, comporterà inevitabilmente un aumento dei costi della Giunta municipale. Cioè, avrebbe avuto più senso se la somma in capitolo per coprire le risorse economiche indirizzate all’esecutivo, attualmente suddivisa da un sindaco e da cinque assessori, fosse stata ripartita tra otto amministratori, cioè un sindaco e sette assessori. Ma non sarà così e quindi, di fatto, i costi aumenteranno”.
Sull’allargamento della Giunta a Fratelli d’Italia, Sergio Firrincieli, Zaara Federico, Alessandro Antoci, Giovanni Gurrieri e Antonio Tringali rimarcano che è avvenuta “per mera opportunità partitica ad un partito che scredita la senatrice Segre per la quale alcuni consiglieri di maggioranza hanno chiesto la cittadinanza onoraria”. I grillini del consiglio comunale entrano poi anche su questioni diciamo così parentali “ il neoassessore alla Cultura, Clorinda Arezzo, è nipote del capo di gabinetto che fa parte dello spoiling system dell’attuale primo cittadino considerato che la maggioranza su indicazione dello stesso sindaco, aveva nominato un’altra sua parente, Cettina Raniolo Cassì, vicepresidente del civico consesso, con una concentrazione di poteri in seno a nuclei familiari vicini. Sembra davvero, e vorremmo tanto sbagliarci, che la gestione della cosa pubblica sia diventata una cosa di famiglia a palazzo dell’Aquila”.
A questa serie di accuse abbastanza pesanti il sindaco ha ritenuto di replicare molto seccamente e, aggiungiamo noi, molto seraficamente. “Oggi ho purtroppo letto l’ennesimo scadimento del linguaggio della politica locale, che prova a scimmiottare quello nazionale facendo ancora peggio. Tra le critiche alle nomine dei due nuovi assessori, a cui non voglio dedicare nemmeno tanto tempo, ce n’è una che si qualifica da sé: secondo i consiglieri del Movimento 5 Stelle avrei scelto due donne convinto che “le donne siano più facili da abbindolare. Un commento assolutamente sessista. Evidentemente un assessore con delega, tra le altre, alle Pari opportunità, assente sotto la loro gestione da questo Comune, è assolutamente necessario. Quanto a tutte le altre accuse, criticare la scelta di due professioniste qualificate da curricula di prim’ordine ancor prima che inizino a lavorare, dà la misura di quanto alcuni abbiano la disperata necessità di polemizzare”.
A queste affermazioni del sindaco è poi, secondo clichè, seguita una controreplica del gruppo consiliare 5 stelle in cui si ribadiscono gli interrogativi precedenti e soprattutto si ribatte alle accuse di sessismo ricordando “noi sessisti? Ma quando mai. Ricordiamo che la nostra unica deputata regionale in provincia è una donna e che la più votata del movimento in Consiglio, alle scorse amministrative, è stata una donna. E che a difendere le prerogative delle donne sulla questione dell’utilizzo dei pass rosa in città sono stati i Cinque Stelle. Ma di che parla Cassì?”. Infine, per non dilungarci troppo, cogliamo tuttavia un breve passaggio che potrebbe rivelarsi utile e significativo nel prossimo futuro “come faranno un assessore di Fratelli d’Italia a convivere con l’assessore Gianni Iacono, che certo di destra, e forse neppure anche di centro, si può definire, nell’ambito della stessa Giunta?” (da.di.)