Ragusa – Apprezzabile lo sforzo che vede alcune forze di opposizione consiliari (M5 Pd e Ragusa Prossima) impegnate a reintrodurre sia in consiglio comunale che nel tessuto politico e sociale cittadino un dibattito politico che esuli dalla denuncia delle criticità ove si presentino e dalla contrapposizione tout cout alle azioni dell’amministrazione, ma che riproponga grandi temi di interesse generale. Uno di tali temi è sicuramente quello della cultura e del turismo su cui è recentemente intervenuta la Comunità cultura di Ragusa prossima, il movimento che ha in Giorgio Massari il suo riferimento e che conta sulla presenza consiliare di Gianni Iurato.
Sulla Cultura il movimento di Massari nutre le maggiori perplessità e pone una serie di interrogativi “per ciò che riguarda la Cultura vorremmo sapere dal Sindaco, perché sono stati azzerati i fondi del Centro Servizi Culturali? Perché potenziare il Centro, significherebbe risanare il Centro Storico, con azioni culturali, strategiche e prolungate nel tempo. Altro che “Dischiusi”, perché potrebbe diventare una piattaforma di sperimentazione per progettare la Cultura “fuori frontiera” (bandi di concorso, cortometraggi, laboratori, cineforum ecc). Qual è la funzione sociale del Centro Servizi Culturale? Sono tante le associazioni del Centro che si occupano di proporre spettacoli, attività sociali per la Città che, di anno in anno, si sono viste dimezzare i fondi.
Il contributo 2019 era di 150 euro, un’elemosina! Meglio nulla! Però rimane il tema, sempre lo stesso, quale politica culturale è quella del suo Comune? La vostra azione in questo campo sembra per lo più “occasionale” nel senso che propone “quello che c’è", senza alcuna inventiva, ricerca o obbiettivo per la crescita culturale del nostro territorio nel lungo periodo. Ovviamente non si discute sull’impegno di questo Comune in questo senso, ciò che discutiamo è il tipo di progetto, in quanto non vediamo o non siamo al corrente di alcun progetto. È di questi giorni la notizia che l’auditorium Ideal e il “Falcone Borsellino” saranno affittati. Mi domando il perché? Se è vero che una società senza dialogo è malata e altrettanto vero ciò che diceva Shakespeare: “Il dramma resta sempre, dall’inizio alla fine, marcatamente politico”. Rivolgono invece l’attenzione alla “scelta in bilancio di penalizzare gli ultimi” i due consiglieri democratici Mario D’Asta e Mario Chiavola.
I quali esordiscono “una città che non ha progettualità, che vive di invenzioni estemporanee, senza una visione legata al futuro. Una città che, soprattutto, non tiene in considerazione le istanze dei più deboli che vedranno tagliati in maniera verticale i servizi a loro dedicati. Avevamo fatto il possibile per emendare gli strumenti finanziari in tale direzione con pareri favorevoli. Ma dall’altra parte sordità assoluta. Non è questa la Ragusa che vogliamo, una Ragusa in cui non c’è uno straccio di idea per il rilancio economico, per la creazione di dinamiche positive e propositive”. A D’Asta e Chiavola non piace che da una parte si assista ai consistenti tagli per i servizi sociali, “quando invece si individuano sempre e comunque le risorse per l’effimero, per iniziative che possono risultare magari simpatiche al momento ma che, poi, non lasciano nulla di concreto alla collettività”.
Pertanto i due consiglieri dem assicurano “denunceremo con forza la nostra indignazione stigmatizzando un modus operandi determinato dalle scelte previsionali degli strumenti finanziari. Scelte che, secondo noi, puntano a penalizzare gli ultimi. Scelte che, tra l’altro, come già abbiamo denunciato nei giorni scorsi, non sono state neppure conseguenziali rispetto al percorso intrapreso, visto che la Giunta municipale, venti giorni dopo, avrebbe dovuto approvare il Piano economico di gestione, cosa che non è ancora accaduta e non sappiamo perché. Possiamo solo immaginare che ci siano stati impedimenti politici.
Ma questo aspetto, che pone un problema non da poco circa l’unidirezionalità che questa Giunta intende assumere, ci fa pensare ancora di più perché è stato stabilito di penalizzare le fasce più deboli forse senza neppure avere la convinzione di quello che si stava facendo. E torniamo di nuovo all’inizio. Cioè una Ragusa senza una visione che, è forse, il peccato originale che la Giunta Cassì sta scontando sin dal suo insediamento”. (da.di.)