Ragusa – A quanto pare, e a quanto afferma il consigliere comunale di Ragusa, Alessandro Antoci, del 5 stelle, le risorse destinate alla previdenza integrativa del personale della polizia locale sarebbero state drasticamente ridotte tanto da passare dai quasi 70 mila euro del 2019 ai poco più di 15 mila nell 2020. Insomma, osserva Antoci, “una bella differenza che, tra l’altro, arriva in un momento in cui l’impegno della polizia locale, nel bel mezzo dell’emergenza dettata dal Covid-19, è stato e continua ad essere massacrante” e prosegue “invece di prevedere delle indennità premiali o, piuttosto, di mantenere lo status quo, che cosa fa l’amministrazione comunale?
Li penalizza? Ci sfugge la logica di questo ragionamento e per questo motivo chiediamo spiegazioni all’amministrazione comunale, al sindaco e all’assessore al ramo prima di altri. Anzi, non solo si dovrebbe mantenere il fondo com’era prima, ma occorrerebbe fare il possibile per cercare di aumentarlo”. Antoci raccoglie l’allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali di categoria e pone la questione sul piano prettamente politico. Un altro appunto che il consigliere pentastellato muove all’amministazione comunale riguarda il fatto che “non è stata avviata alcun tipo di concertazione con le sigle sindacali di categoria per illustrare i motivi di questa riduzione ancor più per il fatto che la percentuale di costituzione del fondo dovrebbe essere oggetto di trattativa tra le parti.
Allo stesso tempo, è opportuno sollecitare l’immediata costituzione del Fondo efficienza servizi che permetterebbe la ripartizione delle risorse destinate al finanziamento degli istituti indennizzativi, tra cui la turnazione e la reperibilità, giusto per fare qualche esempio. Istituti che, naturalmente, spettano non solo alla polizia locale ma anche a tutti gli altri lavoratori dell’ente di palazzo dell’Aquila. C’è bisogno di fatti e non di parole. C’è bisogno di un’azione concreta che consenta a queste persone di essere apprezzate e non penalizzate come l’amministrazione comunale sta, invece, cercando di fare”.
Insomma al cronista non rimane, ancora una volta, che prendere atto di una dissonanza tra quanto l’amministrazione opera nella prassi burocratica nei rapporti con i lavoratori dipendenti dall’Ente, e le parole di elogio rivolte al personale comunale (“il virus non ha moltiplicato uomini e mezzi a disposizione ma ogni agente di Polizia Municipale e ogni operatore di Protezione civile disponibile è costantemente impiegato in controlli…voglio allora rivolgere un grazie, sentito, a medici, infermieri ed operatori sanitari, i più esposti in questi momenti, alla nostra polizia municipale e a tutte le forze dell’ordine, ai volontari, ai donatori, agli uffici in prima linea”) e contenute nelle lettera aperta ai cittadini ragusani diffusa dal sindaco Peppe Cassì la mattina del 25 aprile, ricordando l’anniversario della Liberazione e lanciando un monito di grande buon senso “ il tempo di scendere in strada a gioire non è ancora giunto.
E la buona notizia che aspettiamo non avrà nemmeno le sembianze di un’euforia collettiva. Sarà lenta e graduale. La lotta contro il virus non è una guerra, ma il modo come tutti noi la stiamo affrontando ricalca i valori di unione, spirito di sacrificio, tenacia, responsabilità e orgoglio che i nostri padri e i nostri nonni dimostrarono molti anni fa. Oggi che proprio la loro generazione è la più soffocata da questo male tanto grande quanto invisibile, tutti noi stiamo provando a difenderla applicando quegli stessi valori; compattandoci e rinunciando a qualcosa, piccolo o grande che sia”. (da.di.)