Ragusa – Ci hanno probabilmente rimuginando e riflettuto per due giorni; nel frattempo hanno incassato il sostegno di Territorio, 'strano' sostegno se non per il Pd almeno per i 5 stelle, e finalmente nella mattinata di sabato hanno controbattuto a quanto il sindaco Cassi aveva replicato alla loro nota. ‘Loro’ sono i gruppi consiliari del Pd e del M5 di Ragusa che in una nuova nota congiunta intervengono su quanto il primo cittadino aveva replicato al loro documento politico. Riepiloghiamo in due battute i precedenti di questa nuova polemica. I gruppi consiliari democratico e pentastellato avevano definito la situazione dell’amministrazione cittadina “di stallo preoccupante, con una ripartenza resa più difficile da obiettive condizioni di immobilismo” e addirittura avevano proposto un governo di salute pubblica.
Il sindaco Cassì aveva risposto, tra l’altro, ”insieme imputano a quest’Amministrazione le stesse carenze che non molto tempo fa il Pd attribuiva ai 5 stelle e che a loro volta i 5 stelle rimproveravano a chi li aveva preceduti. L'abbraccio incoerente di oggi equivale ad una auto-ammissione di croniche mancanze, un calderone di vecchi ingredienti senza aggiungere il sale di una sola proposta”. Bene, sulla scia di questo tenore di polemica, arriva ora il terzo atto, quello in cui Pd e M5 dopo aver ironicamente constatato di essere “onorati di tanta attenzione in ogni caso” aggiungono “restiamo profondamente delusi dalla nota di replica del sindaco al nostro comunicato congiunto che voleva solo sollecitare un ormai improcrastinabile cambio di passo nelle politiche per la città, peraltro atteso da larghe fasce della cittadinanza e reso quanto mai necessario dalla incombente crisi economico-sociale post emergenza”.
E, giocando sempre sull’ironia, visto che il sindaco aveva voluto rispondere al comunicato congiunto con una nota scritta e con un intervento in aula, durante la seduta del Consiglio comunale, affermano “troppa grazia, Sant’Antonio”, verrebbe da dire per tanta considerazione” ma poi tornano al succo della questione “non si può non restare basiti per i contenuti di una replica che, nemmeno abilmente, aggira i temi fondamentali affrontati e gioca sul nulla per distrarre l’opinione pubblica, con un velato sarcasmo su una ipotizzata alleanza fra Cinque Stelle e Pd che, evidentemente, dà fastidio anche in un ipotizzato stadio larvale”. Ed insistono su questo tasto “sono decisi i consiglieri Cinque Stelle e Pd nell’esprimere profonda delusione e aggiungono: quello che viene chiamato ‘abbraccio incoerente’ è solo il frutto di evidenze impossibili da non condividere fra due forze di minoranza che vedono traditi gli ideali e i programmi sbandierati in campagna elettorale.
I nostri rilievi vengono affrontati come voce stranamente unica delle opposizioni, ammantando, volutamente, di nebbia molte delle stesse eccezioni che sono sollevate all’interno della maggioranza”. E sì, perchè proprio su presunte crepe nella maggioranza e nella unica lista del sindaco che la rappresenta, quasi certamente, i due consiglieri dem Mario Chiiavola e Mario D’Asta ed i cinque pentastellati Sergio Firrincieli, Antonio Tringali, Alessandro Antoci, Giovanni Gurrieri e Zaara Federico, volevano andare a parare, e lo fanno senza mezzi terminii “è innegabile, e ormai di dominio pubblico, che c’è insofferenza all’interno della Giunta, dove il sindaco riesce a contenere e gestire il dissenso, ma più ancora c’è dissenso da parte di almeno cinque consiglieri di maggioranza che, più o meno ufficialmente, palesano il proprio disagio, senza dire che aleggia sempre l’incognita del gruppo di Ciccio Barone, che appare sempre più come un aereo militare di emergenza, mimetizzato nell’hangar semisotterraneo ma pronto ad accendere i motori e decollare in cinque minuti”.
Dopo questa apprezzabile metafora bellica, i consiglieri democratici e pentastellati annotano un dettaglio significativo “come componenti di forze politiche che hanno, direttamente o indirettamente, governato la città prima di Cassì, vogliamo sottolineare come è meglio non addentrarsi nei meriti e nei demeriti di amministrazioni comunque consegnate al passato di una città che, quasi sempre, alla fine dei cinque anni, ha scelto una nuova guida per un auspicato cambiamento. Inevitabile, se non c’è cambiamento e inversione di tendenza, guardare alle cose da fare, soprattutto di fronte a cambiamenti epocali della società che impongono scelte diverse e diversamente articolate e che fanno risaltare, inevitabilmente, i pregi del passato che vengono a galla nella palude stagnante di un immobilismo fatto di incapacità e di inadeguatezza ai ruoli”.
Poi la vera e propria conclusione “non c’è acrimonia nelle nostre considerazioni, solo l’auspicio che, per una volta, il sindaco apprezzi il nostro sforzo di contribuire al bene della città, quanto mai indispensabile nell’attuale momento delicato per la società ragusana che deve trovare, con il contributo di tutti, il modo di valorizzare l’esistente e operare per l’incremento dei patrimoni materiali e immateriali della città. Non chiediamo l’impossibile, non chiediamo, sarebbe da folli, il completamento di opere e azioni che nemmeno sono avviate, chiediamo solo, e pensiamo che la città abbia il diritto di essere portata a conoscenza, di sapere quale visione ci sia per il futuro di Ragusa, quali strategie per la cultura, per l’economia e il comparto produttivo, per l’urbanistica e i centri storici, tutti comparti al palo e per il quale non si intravedono interventi a breve e medio termine”. Ma non risparmiano al sindaco l’ultima stoccata “da parte nostra non ci sono ‘No’. Del resto, non si può dire ‘No’ al nulla”. (da.di.)