Ragusa – E’ pesante il sospetto espresso dai consiglieri comunali democratici di Ragusa Mario Chiavola e Mario D’Asta alla fine del loro ragionamento sulla gestione della crisi da parte del sindaco Cassì. Un sospetto che arriva dopo che i due consiglieri hanno lamentato che ci si sia limitati all’ordinaria amministrazione senza alcun intervento di carattere eccezionale per il quale sarebbero occorsi “atti di politica con la P maiuscola, azioni concrete, di natura straordinaria, per fare sentire la vicinanza del Comune di Ragusa alla cittadinanza dilaniata da una serie di difficoltà economiche senza precedenti. E, invece, la Giunta Cassì ha pensato solamente a seguire schemi precostituiti, senza un minimo di sussulto, dando vita a una gestione della crisi assolutamente ordinaria quando, invece, sarebbe stato necessario un piglio decisionale più all’altezza della situazione al posto di quell’attendismo che ha messo in luce gli evidenti limiti di questa amministrazione”. E i due consiglieri dem portano esempi concreti “altro che differimento delle scadenze dei tributi che comunque si dovranno pagare, l’unica cosa che sarebbe stata davvero necessaria per le famiglie ragusane era la riduzione delle tasse che, invece, sembrerebbe essere stata esclusa a priori per ragioni, a quanto sostenuto, di carattere tecnico. Certo, verrebbe da chiedersi come abbiano fatto, allora, altri Comuni a procedere in questa direzione. Così come viene da chiedersi come gli stessi Comuni siano riusciti ad erogare contributi per il pagamento degli affitti, per il sostegno delle attività imprenditoriali, per tutta una serie di misure che, giustamente, sono venute incontro alle gravi difficoltà che hanno minato le famiglie per il blocco di ogni attività occupazionale. Tra l’altro, in tempi normali, alla luce dell’apprezzabile comportamento dei ragusani con la raccolta differenziata, ci si sarebbe dovuto attendere la riduzione della Tari. Un provvedimento da assumere, a maggior ragione, in questo periodo contrassegnato da una situazione di gravi problematiche economiche. E, invece, niente”. Dall’altra parte, sempre secondo Chiavola e D’Asta, “l’unica cosa che la politica, quella con la p minuscola, del sindaco Cassì è riuscita a fare è gestire i soldi del Governo nazionale per l’erogazione di buoni spesa e aiuti di altro genere, grazie alla tenacia sul campo degli operatori dei Servizi sociali e di tutti i volontari che hanno fornito il proprio supporto. Ma in piena pandemia questo lo si può considerare, politicamente, lo svolgimento di un onesto compitino, null’altro. Quando, invece, si rendevano necessari atti concreti, sostegni effettivi alle imprese artigiane, a quelle commerciali, alle attività agricole e a tutte quelle realtà produttive che hanno fatto registrare cali clamorosi nel fatturato, mettendo a rischio la propria sopravvivenza. Il sindaco Cassì è rimasto a guardare, attendendo gli eventi. Anzi, l’unica cosa che ha fatto, di straordinario, è stata quella di vantarsi delle consistenti donazioni, circa 90.000 euro, arrivate dai ragusani. Troppo facile. Di quello dovrebbero vantarsi gli stessi ragusani per essere riusciti a manifestare, ancora una volta, una notevole capacità solidale”. Piuttosto, proseguono i due esponenti consiliari del Pd, “da Cassì ci saremmo aspettati tutt’altro, ci sarebbe voluta una gestione della crisi più politica, più determinata, con un piglio imperioso, per fare capire ai ragusani di avere la situazione sotto controllo, pur nella drammaticità della situazione, così da mettere in piedi una serie di aiuti di ampio respiro”. Ed è a questo punto che Mario Chiavola e Mario D’Asta verbalizzano il sospetto di cui dicevamo all’inizio “ma come, il Comune di Ragusa, l’ente che è riuscito ad approvare gli strumenti finanziari alla fine di dicembre, con una solidità patrimoniale non indifferente, forte di una adeguata fiscalità di vantaggio, si è fatto superare da altri enti locali che notoriamente non navigano in acque tranquille e che, però, a fronte di questa situazione, si sono impegnati allo spasimo pur di fornire risposte ai propri cittadini? Tutto questo, se lo guardiamo dal punto di vista dei ragusani amministrati dalla Giunta Cassì, sembra illogico. Verrebbe da chiedersi: non è che si pensa ad accumulare tesoretti che devono essere utilizzati, poi, nella parte finale del mandato per la campagna elettorale? La risposta straordinaria che la collettività si attendeva non è arrivata. E questa è l’unica verità incontestabile di cui, purtroppo per noi ragusani, bisogna prendere atto”. (da.di.)