Ragusa – L’aumento del contagio da covid 19 a Ragusa, piuttosto che far riflettere equilibratamente su come fermarlo, si è invece trasformato nell’ennesimo scontro politico tra l’opposizione dem e l’amministrazione. A dar fuoco alle polveri i consiglieri del Pd Mario Chiavola e Mario D’Asta che già da tempo avevano lanciato allarmi soprattutto nei giorni precedenti san Lorenzo e ferragosto e che ora, constatando “il triste primato per Ragusa, capofila nel numero dei contagi rispetto agli altri comuni della provincia” si chiedono “questi numeri ci devono indurre a una riflessione collettiva. Sono state fatte scelte sbagliate?”A sostegno delle proprie tesi Chiavola e D’Asta riportan i dati “Ragusa con 45 casi (quasi il 50%), Modica con 10 casi (poco più del 10%), Ispica con 10 casi (poco più del 10%), Pozzallo con 9 (circa il 10%), Scicli con 8 casi (circa il 9%), Vittoria con 8 (circa il 9%), Monterosso con 1 caso (circa l’1%).
E, ancora, Santa Croce Camerina, Giarratana, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Acate con 0 casi”. E se qualcuno potrebbe obiettare che a Ragusa c'è il più alto numero di cittadini in provincia, replicano “è vero, ma di certo la percentuale dei cittadini in provincia (circa 73.000 su 320.000) equivale al 23. Quindi, al di là di ogni raffronto, l’incremento percentuale assoluto è comunque consistente”. E quindi entrano nel vivo della polemica “la percentuale di contagi è ovviamente cresciuta dopo Ferragosto. Forse qualcosa è stato sbagliato, forse. Quindi ben si capisce che qualche errore sia stato commesso. Ben si capisce come non può essere esclusa come causa la superficialità di questa amministrazione che ha agito senza cognizione di causa, senza una linea chiara e decisa.
Probabilmente avere preso le distanze da tutti gli altri sindaci, con scelte in discontinuità con tutte le altre istituzioni comunali, ci sta facendo pagare un prezzo che i ragusani non avrebbero affatto voluto pagare. Adesso, il coronavirus ci sta presentando il conto. E speriamo sempre che questi contagi non si allarghino a macchia d’olio. Purtroppo, nella nostra città si è scelto di abbassare la guardia e, adesso, ne stiamo piangendo le conseguenze”. Immediata e piccata la risposta del sindaco Peppe Cassì che stigmatizza “l’utilizzo del covid come leva emotiva per attaccare l’Amministrazione è una triste pagina politica della nostra città.
Sia perché l’aumento dei contagi era stato annunciato da tempo dagli esperti e infatti è avvenuto in tutta Italia e in tutta Europa, sia perché l’andamento delle serate di San Lorenzo e Ferragosto, contro cui i due consiglieri Pd hanno ripetutamente puntato il dito profetizzando invasioni da tutta la provincia, parla da sé” Cassì passa poi a specificare il proprio pensiero “nel loro ultimo comunicato, puntuale e atteso a 15 giorni esatti da San Lorenzo, i due tacciono sul fatto che i nuovi contagi, in gran parte tra i giovani, hanno origine da persone tornate da vacanze in altre località italiane ed estere, mettendo così in atto una speculazione che fa acqua: quando i contagi crescono è colpa del sindaco, quando per mesi Ragusa è stata ultima in questa classifica, il merito era della buona sorte”.
E per concludere il sindaco Peppe Cassì aggiunge “il tema è serio e questa Amministrazione non l’ha mai affrontato in maniera superficiale o, peggio, propagandistica: continueremo ad agire con ragionevolezza, a sensibilizzare al rispetto delle regole, a effettuare controlli con tutte le pattuglie disponibili, che purtroppo non sono accresciute nonostante l’emergenza, in sinergia con tutte le Forze dell’Ordine. Il virus è un avversario subdolo e ancora in circolazione contro il quale dobbiamo compattarci, non dividerci: se i consiglieri Pd ritengono che ci siano poche risorse per controlli o norme troppo blande, si facciano promotori delle istanze della città ai vertici del loro partito, attualmente al Governo.
Dai dati in nostro possesso, occorre in particolar modo contrastare certi comportamenti promiscui e pericolosi: baci, scambi di bicchieri, cannucce e bottiglie sono la causa principale della diffusione dei contagi tra giovanissimi e da questi alle famiglie, aumentando le proporzioni del problema.“ (da.di.)