Ragusa – Secondo un consolidato chichè i consiglieri di minoranza lanciano le loro accuse, l’assessore di turno replica e l’opposizione controreplica. Nella fattispecie il capogruppo democratico Mario Chiavola ribatte all’assessore ai beni culturali Clorinda Arezzo in merito alla questione del museo archeologico di via Natalelli su cui i consiglieri dem avevano lanciato l’allarme di un possibile smantellamento. Chiavola coglie l’occasione per tracciare un quadro generale della situazione museale cittadina ed afferma “dal museo di palazzo Zacco, tuttora inesistente, alla collezione civica Carmelo Cappello, di cui non si sa bene che fine abbia fatto. Per non parlare del museo dei cimeli storico-militari degli italiani in Africa la cui fruizione potrebbe essere largamente migliorata.
Purtroppo, la politica dell’assessore Arezzo, sebbene adesso abbia annunciato l’apertura del Museo del costume (finalmente, era ora, diciamo noi) per il 15 ottobre, è desolatamente insufficiente. Ancora di più quando lo stesso assessore pensa di potersi occupare inopinatamente dei musei che non sono di competenza dell’ente”. E precisa “stiamo parlando del Museo archeologico ibleo di via Natalelli (museo della Regione siciliana, solamente allogato in locali del Comune) e del Museo del convento del Gesù (edificio di proprietà del Fondo edifici di Culto, attualmente in restauro da parte della Soprintendenza di Ragusa). L’assessore Arezzo è stata già sonoramente bocciata dalla Regione. Infatti, gli uffici regionali dei Beni culturali vogliono la riapertura, e subito, del museo di via Natalelli.
Si faccia, quindi, la scala antincendio. Ogni edificio pubblico deve essere dotato di uscite di emergenza a norma. Forse, bisognerebbe studiare un po’ di più. Ecco, che brutta figura l’assessore ha fatto fare alla città di Ragusa. Senza considerare il danno che sta causando al centro storico di Ragusa che vorrebbe impoverire togliendo il museo archeologico ibleo da questa zona che, piuttosto, ha bisogno di essere valorizzata. Ci sembra tutta una politica culturale approssimativa, superficiale e insufficiente. Per non parlare del fatto che ci viene a dire che il museo di palazzo Zacco è tutto polveroso, come se fosse colpa nostra. Ma chi è che amministra?”. Ed infine Chiavola conclude “questa estate abbiamo assistito, in location come il castello di Donnafugata, il City e altrove, a varie rassegne di attività di altri, senza nessuna scelta, senza un protagonismo culturale di una città capoluogo di provincia oramai surclassata da realtà comunali vicine.
Peccato, occasioni mancate. Tempo sprecato. Che poi il luogo del museo di via Natalelli sia stato giudicato squallido e non segnalato, l'assessore sa che si sta parlando di una proprietà dell’ente di cui lei stessa è assessore? Quindi, servono scopa e ramazza. Anche il decoro urbano non è che dipenda da chissà chi. La segnaletica e le indicazioni per il museo di via Natalelli sono imprescindibili azioni dell’attività amministrativa dell’ente locale. Certo che appare alquanto specioso chiudere un luogo di cultura perché polveroso. Intervenga chi deve assicurare le giuste condizioni di fruizione. Per ridare nuova linfa al museo di via Natalelli, suggeriamo l’acquisizione dei piani soprastanti, con ingresso da via Roma, nonché l'aggiornamento degli apparati didattici. La riduzione dello storico museo in una sala didattica o in un laboratorio di restauro sa di condanna a morte. Nessuno osi uccidere il museo di Ragusa, dei ragusani, per tenere aperto qualche nobile palazzo della defunta aristocrazia di Ragusa Ibla”.
Da parte loro entrambi i consiglieri dem Mario D’Asta e Mario Chiavola avevano controreplicato a quanto affermato dall’assessore ai lavori pubblici Gianni Giuffrida a proposito di interventi per evitare lo scoppio dei tombini a seguito di piogge torrenziali come nei giorni scorsi. Dicono infatti “è assurdo. Ci vengono a raccontare la favoletta che una volta c’erano le foreste e che, adesso, sono sorte le città. Purtroppo, indietro non ci possiamo tornare e ci servono soluzioni. Tangibili, concrete. Non ci possono, soprattutto, raccontare che soltanto da qualche mese si sono messi a lavorare perché è da oltre due anni che sono impegnati a governare la città, quindi ci troviamo quasi a metà mandato, e ancora non si registra una soluzione effettiva. Le chiacchiere non servono a nulla. Anzi, stanno a zero. Che si mettano a lavorare per arrivare ai risultati concreti che tutta la cittadinanza attende. Bello fantasticare con le parole. Ma sono indispensabili i fatti”.
E per ultimo non una controreplica ma una stringente osservazione del gruppo consiliare 5 stelle a proposito degli ultimi acquisti per il Museo del Costume del castello di Donnafugata la cui inaugurazione è stata ufficialmente annunciata per il 15 ottobre. Dicono i consiglieri pentastellati “a soli 30 giorni dall’apertura ci fanno sapere dal Palazzo che si devono acquistare ancora non meglio specificate colonnine, teche e leggii per la struttura museale. Ci sembra un po’ tardi, sinceramente, per dovere pensare ancora a elementi di allestimento che riteniamo essenziali. Sarebbe, forse, opportuno che i consiglieri comunali fossero messi al corrente dello stato dell’arte, considerando che episodi di questo genere non depongono a favore di una buona organizzazione e potrebbero inficiare l’immagine di una inaugurazione che riteniamo determinante per la città”.
Ricordiamo che, alla fine di maggio del 2018 l’allora sindaco Federico Piccitto presentò alla stampa i locali, già ultimati, del Museo del Costume. Mancava solo l’impianto di climatizzazione. Forse, adesso, sarebbe l’occasione di capire cosa si è fatto in questi due anni”. (da.di.)