Ragusa – Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, interviene con una dichiarazione sul nuovo Dpcm per l’emergenza coronavirus in Italia. "In queste ore abbiamo letto il contenuto dell’ultimo Dpcm emanato ieri sera: si tratta di un decreto molto impegnativo per i Comuni, con la possibilità data ai sindaci di chiudere, dopo un certo orario, quelle aree della città dove sono più frequenti i fenomeni di assembramento. C’è stata una dura presa di posizione dell’Anci, l’Associazione dei Comuni, perché sembrerebbe che il Governo voglia spogliarsi di una propria responsabilità per attribuirla agli enti locali. Voglio dire che noi non ci tireremo indietro e siamo pronti a fare la nostra parte. Di fronte però a un potere così importante per i sindaci, ci aspettiamo che ci forniscano gli strumenti idonei per esercitarlo.
Chiudere uno o più zone di una città vuol dire presidiare le vie di accesso anche per evitare che a subirne le conseguenze siano i residenti, gli esercenti e gli avventori che rispettano le regole; significa insomma avere ampia disponibilità di risorse, uomini e mezzi. Non avrebbe senso emettere un provvedimento di chiusura e poi non avere la possibilità di effettuare i controlli. Conosco bene la situazione di Ragusa: so che ci sono delle zone in cui nei weekend le regole vengono calpestate. E’ successo anche nell’ultimo, e mi riferisco per esempio all’area del porto di Marina di Ragusa e a quella di Piazza San Giovanni, dove non è stato rispettato l'obbligo dell'uso delle mascherine né quello del distanziamento.
E’ chiaro quindi che sto prendendo in considerazione l’idea di intervenire proprio su queste e altre zone, qualora fosse necessario. Lo farò all’esito di un approfondimento che mi riservo di fare nelle prossime ore."