Ragusa – “La manifestazione Bitume di questi giorni ha riportato in evidenza la necessità dell’apertura di un dibattito sui beni immobili che hanno svolto, nel nostro territorio, un ruolo prestigioso sia nell’ambito della produzione industriale che nella costruzione di quel tessuto sociale-lavorativo fatto di relazioni umane e di rapporti fra classi economiche differenti”. Lo sottolinea la deputata regionale del M5s di Ragusa, Stefania Campo, a proposito dell’iniziativa che ha avuto come obiettivo quello della riqualificazione culturale di uno dei pezzi più significativi di archeologia industriale del capoluogo ibleo come la ditta Ancione spa. “Tutti – prosegue la deputata iblea – sappiamo cosa abbia rappresentato la ditta Ancione per la nostra provincia. Straordinario, quindi, il lavoro fatto da Vincenzo Cascone e dal suo staff che ci sta consentendo di riportare alla luce questo patrimonio ragusano, fino a ieri, chiuso, sepolto e dimenticato.
A tal proposito, lo scorso anno, anche noi parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars, abbiamo presentato un disegno di legge specifico dal titolo “Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale” al fine di salvaguardare tutti quei beni classificabili come “archeologia industriale” che, altrimenti, col passare del tempo, sarebbero destinati alla demolizione o semplicemente all’autodistruzione per incuria. Basti pensare a quelli iblei, ovvero la Fornace Penna di Scicli e la ex Distilleria Giuffrida di Pozzallo, ad esempio, che fra l’altro risultano già vincolati come beni architettonici per la loro specificità “ex industriale”. E, in realtà, ci sarebbero ancora altri beni “dimenticati” nella nostra provincia, come la vecchia cartiera che si trova nella Valle dell’Ippari tra Comiso e Vittoria, oppure l’antica Filanda Donnafugata di Ragusa Ibla.
Tuttavia, nonostante sia stato già intrapreso un proficuo percorso, ci preme sottolineare come urgente sia, intanto, il tema della messa in sicurezza di questi beni. È di qualche giorno fa, ad esempio, il grido di allarme lanciato da Legambiente in merito ai continui crolli di calcinacci presso la Fornace Penna. Si susseguono negli anni visite e proclami da parte dell’assessorato regionale all’Identità siciliana e ai Beni culturali, comunicati stampa di deputati della maggioranza ma finora nulla ha bloccato il degrado e il disfacimento della fornace stessa. In maniera simile si procede nei confronti della ex Distilleria Giuffrida di Pozzallo: uffici pubblici che non si parlano, enti che dovrebbero dialogare e non lo fanno, vincoli ed esecuzioni mobiliari che complicano la vicenda. Per noi è necessario un colpo di reni.
La manifestazione “Bitume” ha dimostrato che c’è una grande “domanda”, un grande interesse attorno a questa tipologia di attrazione turistico-culturale, lo dimostra anche il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II, ora è necessario costruire “l’offerta”, mettere in sicurezza i beni, recuperarli e metterli a disposizione dei cittadini, della collettività e del turismo nazionale e internazionale”.