Ragusa – Uno strano ed inusuale caso politico sembra profilarsi all’orizzonte, nell’ambito del mondo pentastellato che sicuramente è molto più variegato e molto meno monolitico di quanto non facciano credere le sue rappresentanze istituzionali ragusane, sia consiliari (Alessandro Antoci, Zaara Federico, Sergio Firrincieli, Giovanni Gurrieri e Antonio Tringali) che parlamentari (la deputata regionale Stefania Campo). Parliamo di una lettera aperta firmata da un anonimo “simpatizzante Cinque Stelle deluso, mezzo attivista” che gode della supervisione degli “amici del gruppo consiliare pentastellato” tanto che è lo stesso capogruppo Sergio Firrincieli a diffondere alla stampa “alcune sue (del simpatizzante n.d.r.) riflessioni condividendone, evidentemente, i contenuti” e, aggiungiamo noi, certamente conoscendo bene chi si cela dietro questa forma di anonimato.
Le riflessioni condivise dal gruppo consiliare 5 stelle “nascono dalle valutazioni sulla conferenza stampa del sindaco Cassì (quella sul bilancio di fine anno tenuta il 22 dicembre scorso n.d.r.) ma dopo attenta lettura ci sembra vogliano piuttosto riguardare lo stesso mondo m5. Riguardo all’incontro del sindaco con gli organi di informazione, affermazioni scontate e sentite molte altre volte anche dai consiglieri pentastelllati: il passato cestistico del primo cittadino quando “era raro commentare sue prestazioni negative, se accadeva era la squadra che non girava a dovere e non lo serviva adeguatamente”, la difesa ad oltranza della squadra amministrativa anche se si è ammessa più volte “la necessità di un auspicato cambio di passo mai intravisto”, “l’infelice considerazione sulle opposizioni durante l’incontro con la stampa”, “la consistenza della sua maggioranza vantata da Cassì pur sapendo quali sono le fibrillazioni che affronta quasi quotidianamente”.
Infine il giudizio sui contenuti specifici del bilancio di metà mandato “un bilancio nettamente insufficiente, prima di tutto per un programma elettorale per nulla rispettato. Non si può prendere in giro una città con 8 punti da attuare per ‘risvegliarla’ e non dire nemmeno perché le cose non si sono fatte. Da due anni sentiamo solo canzonette, gli stessi ritornelli, ma non abbiamo visto nulla, e ad ogni intervento del sindaco c’è la novità strabiliante: eravamo fermi agli ascensori orizzontali e obliqui che dal Carmine ci dovrebbero portare a Ibla, ora siamo al tunnel sotterraneo che da una ipotetica stazione di Cisternazzi ci dovrebbe portare, immobili su una scala mobile orizzontale, all’ospedale. Si sogna per il Marino, per la Vallata Santa Domenica, per Cava Gonfalone, per la torre e il parco del castello, ma non viene mostrato un solo progetto, si deve risvegliare la città ma si concentrano le attenzioni su Marina di Ragusa e sul Castello, si ignora, quasi, Ibla per concentrarsi sul centro storico superiore, ma restiamo sempre nel campo delle ipotesi future, un bilancio non si può tracciare, se non che si è pensato molto, quasi ad avere la presunzione di essere fra i pochi in grado di pensare”.
Fin qui la parte critica nei confronti del sindaco, della sua amministrazione e della maggioranza che la sorregge. Ma forse l’ignoto estensore di questo cahier de doléances aveva il mirino puntato invece all’interno del movimento 5 stellle stesso. I segnali si possono desumere, senza bisogno di forzare la mano, da frasi significative: “qualcuno pensa che quasi 8.000 elettori del primo turno delle ultime comunali e gli altri 4.000 che hanno votato al ballottaggio per il candidato del Movimento Cinque Stelle siano ormai merce scaduta. Il Movimento 5 Stelle ha subito, in questi ultimi anni, profonde trasformazioni, non ancora assestate mentre si va verso la struttura partitica, dalle origini del “vaffanculo” sono venute fuori espressioni diverse, alcune delle quali assai moderate, ispirate al bon ton istituzionale, come si rileva ampiamente nel gruppo del Consiglio comunale di Ragusa o nella deputazione locale che di rivoluzionario ha ben poco. Ad onta di chi vorrebbe far comparire i Cinque Stelle come un manipolo di sovversivi, attivisti e simpatizzanti restano composti e osservanti delle regole e lasciano lavorare gli eletti, ma nessuno è fesso, nessuno deve pensare che è facile spazzare via i Cinque Stelle. Sono stati i Cinque Stelle che hanno sempre spazzato via buona parte della vecchia politica, da Roma a Palermo per arrivare nelle varie parti dell’isola. Un percorso difficile, costellato di imprevisti, di errori, di sconfitte. Per non andare troppo lontano e restare a casa nostra, la consistenza del gruppo Cinque Stelle parla da sola, mentre illustri esponenti dei vari partiti e liste civiche sono a guardare in televisione o nello smartphone cosa avviene in Consiglio comunale.
E’ arrivato il momento nel quale gli attivisti e i simpatizzanti si sono stancati, certe considerazioni del primo cittadino sono ormai intollerabili, sta diventando quasi una abitudine bacchettare i Cinque Stelle, bacchettare il capogruppo, si è arrivati anche a stabilire un parallelo fra gli ‘idilliaci rapporti’ con Cancelleri o con la Campo per sottolineare il differente rapporto con il gruppo consiliare, quasi nella speranza che le gerarchie superiori degli eletti tirino le orecchie ai consiglieri…ma potrebbe accadere anche il contrario, anche perché i rapporti istituzionali sono cosa diversa da quelli fra amministrazione e minoranza consiliare”. Insomma l’anonimo ‘simpatizzante 5 stelle mezzo attivista’ ha messo sulla brace parecchia carne per imbandire un banchetto non sappiamo a questo punto con quali commensali, se con quelli assai moderati, ispirati al bon ton istituzionale, come si rileva ampiamente nel gruppo del Consiglio comunale di Ragusa o nella deputazione locale che di rivoluzionario ha ben poco, o se con le vecchie anime 5 stelle, ovvero quel manipolo di sovversivi, attivisti e simpatizzanti che, per il momento almeno restano composti e osservanti delle regole e lasciano lavorare gli eletti, ma nessuno dei quali è fesso.
Sempre che questa uscita apparentemente estemporanea non lasci intravvedere l’apertura di una campagna elettorale non sappiamo ancora di chi, con chi e contro chi. (daniele distefano).