Due gli interventi del Partito democratico di Ragusa, uno consiliare di Mario D’Asta ed uno sul territorio di Sebastiano Lupo del coordinamento cittadino. Il consilgiere D’Asta ricorda che “la questione recovery fund è approdata anche in consiglio comunale e auspica che “a Palazzo dell’Aquila siano definite le linee guida di una proposta”. Queste le sua parole “abbiamo trattato, nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Ragusa, tramite la discussione di un ordine del giorno, un appello all’amministrazione comunale e all’intero civico consesso affinché si promuovano percorsi di confronto adeguati che consentano al nostro territorio cittadino di esprimere le reali esigenze in chiave di reperimento di risorse finanziarie per il rilancio, risorse provenienti dai fondi europei con il cosiddetto Recovery fund”.
L’esponente dem riferisce inoltre “di avere portato avanti un’azione specifica di verifica tematica sulla delicata questione con due realtà operanti in ambito cittadino, il movimento 24 agosto Equità territoriale e l’associazione Codice avviamento progetto Novantasettecento., interlocuzioni stimolanti rispetto a una strategia destinata a diventare cruciale da qui alle prossime settimane”. Poi Mario D’Asta avanza alcune ipotesi di lavoro “l’adesione alla rete dei sindaci, ad esempio, può fornire un supporto rispetto alla programmazione che occorre individuare per lo strumento in questione che si è deciso di attivare come risposta economica e sociale alla crisi sanitaria in corso. Uno strumento che contempla il fatto che questi soldi siano redistribuiti in base a tre principi: densità della popolazione, indice occupazionale e indice di ricchezza e di povertà. Ecco perché, nel caso della Sicilia, ci sono peculiarità specifiche che dovrebbero garantire l’arrivo di una percentuale consistente di queste risorse.
Ma è indispensabile creare un movimento d’opinione e culturale per difendere le ragioni del Sud: anche perché buona parte dei soldi andranno ai Comuni solo se i Comuni saranno pronti con l’adeguata progettualità. Abbiamo tempo sino al 30 aprile, quindi un mese e mezzo circa, per allestire le linee guida di una proposta che sia specifica del nostro territorio”. Per fare ciò D’Asta ritiene “fondamentale che il Comune si confronti con gli stakeholder del territorio grazie ai quali è possibile comprendere appieno quali le esigenze della città e, più in generale, dell’intero territorio. Come concordato con le due associazioni con cui mi sono confrontato, è arrivato il momento di promuovere un modello di sviluppo economico, sociale, culturale e relazionale sostenibile ed inclusivo, che possa sconfiggere le diseguaglianze, garantendo una volta per sempre equità territoriale, sociale ed economica per tutti i cittadini. Noi siamo pronti a portare avanti questa battaglia di dignità da cui dipende buona parte del nostro futuro, ma soprattutto a fare la nostra parte affinché la nostra città possa usufruire di investimenti cospicui. Chiediamo all’amministrazione comunale di farsi interprete di questo diffuso sentire e di agire di conseguenza.
I segnali sono positivi”. L’altro intervento del Pd è invece affidato a Sebastiano Lupo del coordinamento cittadino del Partito Democratico, che segnala come “ il Centro del Riuso, allocato presso il Centro Comunale di Raccolta sia inspiegabilmente chiuso dai primi giorni di dicembre 2020”. Eppure, osserva Lupo “la segreteria cittadina del Partito Democratico di Ragusa ritiene che il Comune debba farsi carico, e presto, di una soluzione per consentire la riapertura di tale struttura dedicata alla raccolta di arredi, indumenti e oggettistica varia conferiti dai cittadini che non ne hanno più bisogno, ma ancora in condizioni accettabili e che possono essere riutilizzati da parte di chi ne ha bisogno”. Tuttacia Sebastiano Lupo si dice perplesso in quanto “non sono segnali per quanto riguarda un bando pubblico che potrebbe consentire alle associazioni no-profit di aggiudicarsi la gestione, con conseguente apertura, di una struttura che è stata di non poco aiuto per chi ne abbia avuto bisogno, in una situazione nella quale le condizioni di povertà sono andate aggravandosi anche a causa della pandemia. Inoltre, è doverosa una riflessione che riguarda proprio il processo di trasformazione di un bene in rifiuto, i suoi costi e le lamentele che seguono da parte della cittadinanza: non potendo usufruire del Centro del Riuso il cittadino è costretto a buttare beni che ha deciso di sostituire, ma che qualcuno potrebbe ancora usare.
Ciò andrà a ingrossare il volume delle discariche e i costi di gestione di quest’ultime cresceranno ancora di più incidendo direttamente sulla TARI. Altre lamentele che vogliamo segnalare all’amministrazione riguardano, inoltre, il fatto che al Centro Comunale di Raccolta ci sono container stracolmi di materiale differenziato perché, parrebbe, alle ditte non sarebbero stati rinnovati i contratti. Ne deriva che alla gente viene negata la possibilità di conferire i propri rifiuti, ma lo si scopre solo quando si è dentro il Centro: ai cittadini diligentemente in fila con il materiale da conferire viene detto che non tutti i materiali possono essere lasciati al Centro perché i container sono straripanti e non vengono svuotati. Basterebbe qualche cartello all’ingresso del Centro per informare la cittadinanza ed evitare disagi”. Infine Lupo conclude “si tratta, in entrambi i casi, di disservizi che evidenziano la preoccupante mancanza di pianificazione dell’amministrazione comunale.
Confidiamo che le nostre sollecitazioni vadano a buon fine in tempi certi per dare continuità a un sistema di conferimento di differenziata che molti cittadini esercitano con diligenza nella convinzione che tutto si può riciclare e trasformare”. (da.di.)