Ragusa Pd Territorio e Pericentro vanno all'attacco di Giovanni Iacono. Arriva, come un vero e proprio fulmine nel cielo finalmente sereno, a chiusura di una settimana politica piuttosto travagliata, un forsennato attacco all'assessore comunale (nella veste di titolare della delega ai servizi cimiteriali) Giovanni Iacono di cui si chiede la sostituzione. Sostituzione, si badi bene, non dimissione. A scatenarlo, questo attacco, un fronte che comprende il Pd cittadino il movimento Territorio e la rediviva associazione Pericentro, nata, tempo fa, per iniziativa di Peppe Calabrese, per raccogliere abitanti e richieste delle contrade circostanti la nostra città. Insomma, sigle che, a voler ad ogni costo personalizzare le posizioni politiche, vogliono significare Nello Dipasquale e il citato Peppe Calabrese.
E se la fisionomia degli avversari risulta chiara, molto meno chiara appare la motivazione, o la colpa grave, in nome della quale del leader di Partecipiamo, si chiede (ma a chi, forse al Sindaco?) la sostituzione. Scrivono dunque i promotori della richiesta “condizioni indecorose al Cimitero di Marina di Ragusa. Partito Democratico, Territorio e PeriCentro chiedono la sostituzione dell’assessore”. Lo spunto lo prendono, i tre soggetti politici, affermando “siamo rimasti particolarmente sorpresi dalle dichiarazioni del sindaco Cassì in merito allo stato indecoroso nel quale si trova il Cimitero di Marina di Ragusa, dove le tombe sono invase da erbacce: da una parte, giustamente, chiede scusa ai cittadini; dall’altra annuncia provvedimenti per chi non ha svolto il servizio di manutenzione e per chi non ha vigilato a che ciò venisse fatto.
Dobbiamo ricordare al primo cittadino, tuttavia, che nella “catena di comando” c’è una figura di livello intermedio che sarebbe dovuta intervenire prima ancora del sindaco, prima dello scoppio delle polemiche: l’assessore ai Servizi Cimiteriali. Ci chiediamo, dunque, saranno presi provvedimenti anche nei suoi confronti?”. E dopo aver constatato che “quando tutto va bene il primo cittadino si bea sotto i riflettori raccogliendo complimenti e meriti per risultati che, a volte, vengono da lontano e non gli apparterrebbero, e non si cura minimamente di congratularsi con nessun altro oltre se stesso. Quando le cose vanno male, invece, è pronto a mandare sul patibolo eventuali responsabili, lavandosene le mani. Il messaggio che si invia alla cittadinanza, quindi, è scorretto e deresponsabilizza la classe politica: così come i meriti li prende la politica, allo stesso modo anche i demeriti toccano alla politica, in questo caso più direttamente all’assessore al ramo”. Da questo punto in poi inizia (ci si perdoni il riferimento, ma la settimana santa è praticamente in corso) la crocifisisonne di Giovanni Iacono, che però (pessima abitudine, quest’ultima, spesso tipica della politica) non viene mai chiamato per nome e cognome.
Queste le sue ‘colpe’ “al momento sono ben 12 le deleghe nelle mani dell’assessore in questione (lo stesso sindaco ne ha tenute per sé solo tre e sempre tre sono le deleghe dell’assessore alla Sanità, quattro per l’assessore allo Sport) e come si può intuire ognuno di questi settori soffre per delle carenze, probabilmente dovute al fatto che l’incaricato è un dipendente pubblico che ha scelto di non mettersi in aspettativa e che, quindi, non è in grado di occuparsi a tempo pieno delle deleghe conferitegli. Può permettersi una città da oltre 70mila abitanti di non avere un assessore che si occupi a tempo pieno dei tantissimi compiti che gli sono affidati? Noi riteniamo di no”. E Pd Territorio e PeriCentro arrivano alla conclusione
“per queste ragioni chiediamo al sindaco di sostituire l’assessore con qualcun altro, salvandolo pure dall’imbarazzo di essere uomo di sinistra in una giunta di destra, senza avere neanche un consigliere di riferimento nell’aula del civico consesso”. Non è nostra abitudine commentare quanto dichiarano pubblicamente, assumendosene perciò la responsabilità, partiti, movimenti, forze politiche, esponenti singoli di essi. Riteniamo piuttosto che i lettori, a prescindere dalle loro idee politiche sociali e civili, possano benissimo giudicare affermazioni e posizioni di chicchesia. (da.di.)