Ragusa, il sindaco Cassì fa da mediatore tra AdessoBasta e Consulta Femminile comunale. Intanto il capogruppo Pd Chiavola assicura “un atto formale per variare il regolamento”. Sta avendo un seguito la vicenda dall’associazione contro la violenza sulle donna #adessobasta che si è vista respingere la richiesta di ammissione all’interno della Consulta Femminile comunale con la motivazione che essa non può definirsi "associazione femminile" essendone consentita l'iscrizione anche a soggetti di genere diverso.Il tutto secondo le linee guida previste dallo Statuto approvato dal Consiglio Comunale dell'Ente nel 2015. Ed è stato il Sindaco Peppe Cassì ad intervenire in prima persona incontrando a Palazzo di città le presidenti della Consulta comunale femminile e dell’associazione “Adesso Basta”, rispettivamente Giuseppina Pavone e Franca Carpinteri.
Cassì ha da una parte ricordato che la Consulta Femminile Comunale è una istituzione che da anni opera nel territorio ragusano secondo le linee guida previste appunto dal citato Statuto ma dall’altra ha dato atto che l’Associazione "Adesso Basta" svolge sul territorio attività di sensibilizzazione sui drammatici temi del femminicidio e della violenza. La conclusione che il sindaco di Ragusa ne ha tratto, dopo quello che ha definito “un dibattito franco e a tratti teso, ma anche molto costruttivo”, è che “la scelta della Consulta contestata dalla Associazione esclusa fosse in realtà conforme al dettato statutario, ma che anche al contempo fosse opportuno in futuro che a prevalere nella valutazione sulla sussistenza dei requisiti per la ammissione alla Consulta fossero lo scopo sociale e le finalità delle associazioni che ne fanno richiesta, più che la appartenenza esclusiva di tutti gli associati al genere femminile”. Anche Il presidente del consiglio comunale Ilardo, la vice presidente Raniolo e la consigliera Iacono, presenti all’incontro, hanno condiviso tali riflessioni e si sono incaricati di interessare della questione il Consiglio Comunale, che ha competenza esclusiva su eventuali modifiche statutarie. Il Sindaco Cassì aveva concluuso l’incontro affermando “ringrazio le presidenti della Consulta Giuseppina Pavone e della associazione “Adesso Basta” Franca Carpinteri, non solo per l'attività quotidianamente svolta di denuncia e sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema di grande importanza della parità di genere, ma anche per la disponibilità al confronto che hanno dimostrato”.
E intanto il capogruppo consiliare democratico Mario Chiavola ha subito assicurato che “presenterà in consiglio comunale un atto formale per variare il regolamento della consulta femminile dopo il caso denunciato da #adessobasta”. Dice Chiavola “mi farò carico di presentare un atto formale per prevedere la variazione al regolamento tesa a favorire l’inclusione nella Consulta femminile comunale di tutte le associazioni territoriali, senza distinzioni di sorta, che si impegnano nella lotta contro la violenza e i soprusi ai danni delle donne” e aggiunge una constatazione “una decisione presa, d’accordo con il nostro partito, dopo la denuncia pubblica dell’associazione #adessobasta che, pur potendo contare su una militanza datata per quanto riguarda iniziative a sostegno delle donne e volte alla condanna dura dei femminicidi che, tra l’altro, hanno interessato negli anni scorsi la nostra città, si è vista negare l’ingresso nella consulta per un cavillo di carattere statutario. Riteniamo che la lungimiranza e l’elasticità procedurale, quando si parla di argomenti così delicati, debba andare oltre”.
Comunque- aggiunge il capogruppo Mario Chiavola – prendiamo atto anche dell’incontro e del confronto che c’è stato tra i rappresentanti della Consulta e dell’associazione con il sindaco. A ogni modo, siccome non bisogna formalizzarsi più di tanto, sarà nostra cura presentare in aula una variazione del regolamento della Consulta che contempli un’adesione più inclusiva. L’obiettivo di combattere contro i soprusi e le iniquità deve essere comune. E non si può fare valere un aspetto che rischierebbe di compromettere per un cavillo anni e anni di lotta a favore delle donne condotte in buona fede. Siamo solidali con l’associazione #adessobasta e faremo il possibile perché, adottando gli opportuni correttivi, si possa rimediare alla mancata adesione in seno alla Consulta comunale femminile”. (da.di.)