Ragusa Ibla, aggiudicati lavori per varchi elettronici. Insorgono Chiavola del Pd e Confimprese. Manco il tempo, per il Comune di Ragusa, di rendere noto che erano stati aggiudicati i lavori di realizzazione del sistema di varchi elettronici per la Zona a Traffico Limitato di Ragusa Ibla che subito sono insorti il capogruppo del Pd Mario Chiavola e gli operatori economici aderenti a Confimprese. Il primo parla di “scelta illogica che blinda il quartiere e che in una fase come questa avra’ ripercussioni disastrose sul commercio” e gli fanno eco da Confimpresa iblea che “boccia l’istituzione degli accessi con controllo elettronico a Ragusa Ibla”. Il Comune, con una sua nota stampa aveva dato notizia dall’affidamento alla ditta CAT s.r.l. di Ragusa dell’incarico per l’esecuzione dei lavori per la realizzazione del sistema dei varchi elettronici per la ZTL di Ibla per un importo contrattuale di 125.905,26 euro al netto del ribasso del 28,90 % .
La comunicazione di Palazzo di Città spiegava che si tratta “dell’istituzione di una Zona a Traffico Limitato nel Centro Storico di Ibla di tipo permanente, suddivisa in aree concentriche, da gestire con livelli differenziati di accessibilità per orari e per categorie di utenti e delimitata da 11 varchi a controllo elettronico, decisa dall’Amministrazione comunale con una delibera di Giunta”. Obietta immediatamente il capogruppo dem Mario Chiavola “una scelta illogica, cervellotica e senza senso che rischia di aggravare, in alcuni casi irrimediabilmente, la condizione economica delle attività commerciali operanti nel quartiere barocco che da circa nove mesi fanno i conti con la crisi dettata dall’attuale situazione pandemica”. Poi Chiavola allarga il discorso “a questa scelta si sarebbe dovuti arrivare a conclusione di un percorso complessivo, che avrebbe previsto, dapprima, la creazione di nuovi parcheggi (a proposito, che fine ha fatto l’iter del multipiano?) oltre a un vero piano per la mobilità e non certo stabilendo di blindare l’intera area del quartiere che, in questo modo, si trasformerà in un’isola irraggiungibile.
Una blindatura che, secondo noi, non ha senso a maggior ragione in questo periodo drammatico per l’economia locale. E’ come se la Giunta municipale avesse deciso di dare il colpo di grazia definitivo alle varie attività che insistono nell’area più gettonata dell’antico borgo. No, non è certo questo il modo per rilanciare Ibla”. Morale della favola? Mario Chiavola conclude “chiediamo che il provvedimento sia sospeso e che lo stesso diventi il frutto di un ragionamento più complessivo. Così come è necessario rivedere la cervellotica segnaletica stradale che, al momento, sta creando più di qualche grattacapo ai residenti e agli operatori dell’antico quartiere”. Cosa, questa, della discutibile segnalatica, che aveva già provocato la protesta del Comibleo (Comitato Spontaneo di Volontariato Ibleo). Tornando ai varchi elettronici anche Confimprese iblea boccia l’iniziativa comunale come “una decisione irrazionale, cieca e assurda”.
Spiega il presidente provinciale dell’associazione Pippo Occhipinti “da bocciare in toto il provvedimento dell’amministrazione che “blinda” di fatto Ragusa Ibla con gli accessi consentiti solo ai cittadini muniti di regolare pass. Un provvedimento che ha sollevato le ire degli operatori commerciali costretti, loro malgrado, ad una lunghissima chiusura causa emergenza sanitaria. Siamo ai limiti dell'assurdo, ma evidentemente l'ego è superiore alla ratio, si assumono decisioni senza tener conto della realtà dei fatti. Pensare di chiudere Ibla in prossimità della imminente stagione estiva, e dopo una lunghissimo periodo di stop, vuol dire creare ulteriori disagi al sistema produttivo già gravemente compromesso”. Piuttosto, osserva Occhipinti, “il Comune, in questa lunghissima fase emergenziale deve pensare, semmai, ai problemi quotidiani dei propri concittadini.
A ristorare, per le iniziative di propria competenza, le aziende che hanno subito un drastico calo del fatturato” e conclude “chiediamo al sindaco, Peppe Cassi, e all’assessore al ramo, Francesco Barone, di sospendere il provvedimento”. (da.di.)