Ragusa senza pace la targa toponomastica di via Ramelli. Da qualche giorno non trova pace la targa toponomastica di via Ramelli, a Ragusa, strada dedicata al giovane del Movimento Sociale Italiano assassinato il 29 aprile 1975 nel corso di un’aggressione di matrice politica. Se nei giorni scorsi ad essa era stato appeso un cartello commemorativo a firma “i camerati di casaPound” provocando la reazione del partito democratico cittadino che ha presentato un esposto per apologia del fascismo, ora la targa è stata prima inbrattata e poi asportata da ignoti. Sulla vicenda è nuovamente intervenuto il sindaco Cassì, che in precedenza aveva stigmatizzato il fatto affermando “sono contrario a chiunque strumentalizzi il dolore per fini politici, rievocando il passato non per imparare da questo ma per alimentare altro risentimento, altri contrasti, altre divisioni. Inaccettabili e indigeribili le immagini di chi ancora fa apologia del fascismo” e che ora prende nuovamente posizione per aggiungere “è accaduto esattamente ciò che avevo auspicato non accadesse: vecchie ideologie hanno creato nuovi contrasti.
A seguito dei fatti dei giorni scorsi di via Ramelli, ignoti hanno oscurato le insegne della stessa via con una bomboletta spray. Mentre auto appellarsi “camerati” e fare il saluto romano sono azioni che, stando a recenti sentenze, non oltrepassano il confine della legalità, vandalizzare un oggetto pubblico è certamente un reato, e sarà quindi perseguito legalmente. Personalmente trovo inaccettabili e indigeribili entrambi i fatti, distanti da quei valori di civiltà e rispetto che proprio la storia avrebbe dovuto insegnarci”. Anche Fratelli d’Italia interviene sulla vicenda con una nota a firma del coordinatore cittadino Alessandro Sittinieri che parla a nome dell’intero direttivo (Gianni Antoci, Emanuele Bertino, Umberto Calvanese, Salvatore Piccitto, Vincenzo Spataro, Nicoletta Tumino) e afferma “la polemica politica non può in alcun modo giustificare lo sfregio alla memoria di un ragazzo di soli 19 anni, ucciso barbaramente a colpi di chiave inglese per avere avuto il coraggio di esprimere la propria opinione, in anni in cui opporsi all’egemonia di sinistra poteva costare la vita”.
E prosegue “voglio sperare che questo grave fatto sia da ascrivere all’iniziativa di qualche vandalo occasionale che ha cavalcato le recenti polemiche, piuttosto che ad un atto deliberato con connotazioni espressamente politiche; perché in questo secondo caso sarebbe un’azione che di politico, nel senso più genuino del termine, avrebbe ben poco. Si tratterebbe, invece, di un gesto deprecabile a danno della memoria di un ragazzo innocente e che non farebbe altro che ribadire che oggi, come 46 anni fa, l’unico linguaggio che certa sinistra conosce per confrontarsi con gli avversari siano la sopraffazione e la censura. Auspichiamo, inoltre, che in merito a quanto accaduto venga presa una netta e decisa posizione di condanna da parte del Sindaco Cassì”.
Insomma, a quanto risulta da tale dichiarazione sembrerebbe che l’avvocato Sittinieri abbia già contezza e certezza che autrice di questa azione contro la targa di via Ramelli sia “certa sinistra che conosce come unico linguaggio la sopraffazione e la censura”. Per cui potrebbe denunciare con nome e cognome l’autore o gli autori del gesto e risparmiare al Sindaco Cassì il disturbo di indagare su chi ha vandalizzato un oggetto pubblico. (da.di.)