“Quanto conta la classe dirigente siciliana? Dagli ultimi rumors si profila una ennesima settimana arancione in Sicilia”. E’ quanto si legge in una nota inviata dal coordinatore del movimento Libertà Popolare di Scicli, Peppe Puglisi. “Non stiamo a ribadire -come Liberta Popolare – cosa questo significhi, in negativo, per tutte le attività turistiche, ristorative, commerciali, per gli autonomi e le p.iva. E Ma una domanda provocatoria e non politically correct la vogliamo porre: quanto conta la classe dirigente siciliana in Italia? E con classe dirigente intendiamo tutti: la politica, le istituzioni, i sindacati, il mondo della cultura, e perché no, gli stakeholders. Che peso hanno costoro a livello nazionale? Una prima risposta -spiega il coordinatore Peppe Puglisi- è data dal fatto emblematico che in questo governo nazionale di larghe intese non vi sia neanche un ministro siciliano, e le conseguenze si vedono.
La Sicilia non è tutelata sotto alcun profilo: in pratica sembra semplicemente che la Sicilia non esista. Il risultato è che una fredda applicazione dei numeri, dei parametri, conduce ancora una volta all'arancione e, quindi, a mancate riaperture, prolungando l'agonia di migliaia di imprese e decina di migliaia di onesti lavoratori. Solo che ora il problema è solo siciliano, perché nel resto d'italia, le attività commerciali hanno pian pian ripreso, pur con tutte le limitazioni del caso. E chi può e deve risolvere un problema siciliano se non la classe dirigente siciliana. Ben vengano quindi gli appelli, le azioni di protesta, ci stupiamo un po' dei "sinistri" silenzi di qualche parte politica, ma a volte occorre qualcosa di più, occorre battere i pugni sul tavolo, sui tavoli romani dove si decidono le sorti dei siciliani, delle imprese siciliane, dei lavoratori della nostra isola. Non possiamo sempre e solo subire!”.