Ragusa utilizzo acqua diga Santa Rosalia perplessità del capogruppo Pd Mario Chiavola. E Ragusa in movimento “niente piano B per affrontare l’emergenza”. Nonostante l’entusiasmo con cui l’amministrazione comunale di Ragusa ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa con il Consorzio di bonifica n° 8 per portare l’acqua della diga Santa Rosalia (vasca Ragusa) al potabilizzatore di Camemi, sembrano molte le perplessità esternate dal capogruppo del Pd Mario Chiavola. Che chiede “è stata verificata la qualità dell’acqua?” e avverte “quella erogata finora a San Giacomo e, in passato, a Modica ha sempre dato problemi. Speriamo non si ripeta la stessa cosa”.
Poi l’esponente consiliare dem traccia un quadro molto fosco “mentre abbiamo appurato che la situazione idrica sta sfuggendo di mano all’Amministrazione comunale, con lamentele che si rincorrono ovunque, da corso Mazzini, in centro storico, sino alle periferie della zona Ovest, ci chiediamo quale sia il senso dell’intesa con il consorzio di bonifica di Ragusa, anzi ci chiediamo se questo accordo, per fare arrivare l’acqua erogata dall’ente consortile di contrada Camemi, per servire l’intera area e le contrade esterne di Marina, non sia un po’ anacronistico”. A dimostrazione della propria tesi, Chiavola riporta almeno due casi in cui la suddetta acqua non ha rispettato le attese di limpidezza e, anzi, si sia rivelato un rimedio peggiore del male, “tutti sappiamo, e io stesso l’ho denunciato qualche giorno fa, quello che sta accadendo nella frazione di San Giacomo dove, a dispetto degli sforzi compiuti dagli operai del consorzio, i quali, detto per inciso, sono senza stipendio da mesi e continuano comunque a garantire la propria professionalità, l’acqua erogata dall’ente consortile risulta essere sporca, fangosa, e quindi men che meno potabile.
Una situazione davvero emblematica che si è ripetuta, tra l’altro, con alcune contrade periferiche del Comune di Modica, a cui il consorzio erogava lo stesso servizio. Basti pensare che, mesi addietro, lo stesso Comune ha deciso di rescindere il contratto con il consorzio di Bonifica proprio per le continue lamentele ricevute dalle utenze servite. Siamo, dunque, certi della qualità dell’acqua che sarà erogata al potabilizzatore di Camemi? Oppure rischiamo di dovere fare i conti con una situazione simile a quella con cui si stanno confrontando ora i residenti di San Giacomo e, in passato, i residenti di alcune contrade modicane?”. Ma non solo critiche, dal capogruppo dem, che invece avanza anche una proposta per quanto riguarda la crisi idrica che imperversa in città. “altrove hanno dato incarico a un geologo, individuando tre o quattro pozzi idrici, riuscendo ad essere operativi nel giro di pochissimo tempo. Nelle nostre aree periferiche, non è possibile fare in modo che questi pozzi siano posti sotto l’occhio attento degli esperti per essere in qualche modo allacciati alla rete idrica già esistente?
Non è un percorso che potrebbe diventare percorribile? E’ chiaro che con le autobotti, almeno così come sono state gestite finora, non si va da nessuna parte visto che il malcontento cresce”. E anche l’associazione politico culturale Ragusa in movimento interviene per sollecitare “azioni straordinarie, eccezionali, in grado di dare risposte subito”. Il suo presidente Mario Chiavola, omonimo e parente del capogruppo dem, commenta “è semplicemente assurdo quello che sta accadendo nella nostra città dove mai, in precedenza, si era dovuto fare i conti con una situazione simile rispetto all’emergenza idrica che non accenna ad attenuarsi, anzi aumenta ogni giorno di più. Sentire che ci sono famiglie che, in via Asia, zona Bruscé, così come in contrada Cisternazzi, alla periferia della città, ma anche in via Anfuso e in via Solunto, dove sono presenti molti complessi condominiali, sono state costrette a trasferirsi chi nelle seconde case chi nelle abitazioni dei genitori per cercare di scongiurare la penuria d’acqua, la dice lunga su come questo momento di crisi sia gestito dal Comune”.
Poi Chiavola conclude “finora, tutte le contromisure adottate dall’ente di palazzo dell’Aquila e di cui abbiamo appreso sembra che siano servite a poco. Le criticità e i disagi, infatti, continuano a fare capolino. E le segnalazioni da parte dei cittadini non si contano. A poco serve addossare la responsabilità di quanto sta accadendo alla siccità. Significa che il Comune avrebbe dovuto avere pronto un piano B che, di fatto, sta cercando di attivare adesso con poco successo, così come abbiamo riscontrato. E’ arrivato il momento, quindi, di azioni straordinarie, eccezionali, in grado di dare risposte subito. Ritengo che i cittadini ragusani, finora, abbiano avuto fin troppa pazienza rispetto all’entità dei disagi che hanno dovuto e continuano a sopportare”. (da.di.)