Prosegue la battaglia del consigliere comunale modicano Vito D’Antona contro l’ipotesi di affidamento in concessione della riscossione delle entrate comunali (Tari, Tasi, canoni idrici, Imu, contravvenzioni, multe, ecc.) non solo quella coattiva ma anche quella ordinaria. Ricorda infatti il consigliere di Sinistra Italiana che “dopo una prima delibera, approvata il 18 giugno scorso, con una successiva, la n. 213 dell’8 luglio 2021, la Giunta decide di estendere la concessione a terzi anche della riscossione ordinaria della Tari, del canone unico e dei canoni idrici” e commenta “tale decisione si tradurrà automaticamente in una ulteriore odiosa tassa a carico dei cittadini modicani che dovranno pagare un aggio soltanto per il semplice fatto di volere esercitare il proprio dovere di contribuenti che pagano, alle scadenze di legge, le tasse, senza alcun ritardo od omissione.
Modica sarebbe l’unico comune nel quale si paga questo balzello, atteso che per il pagamento in fase ordinaria delle tasse allo Stato e dei tributi negli altri comuni non si deve versare un aggio”. Per tale motivo D’Antona ha inviato una lettera aperta ai suoi colleghi consiglieri per invitarli “nel respingere la proposta, ad esercitare il ruolo di rappresentanti del popolo e a non rendersi complici dell’introduzione di una nuova tassa a carico dei Modicani, solo perché il Sindaco e la sua Giunta non hanno saputo o voluto affrontare in tempo la questione delle entrate”. Il tutto in attesa del consiglio comunale fissato per martedì prossimo e in cui si tratterà l’argomento. Nel frattempo il consigliere di opposizione sottolinea “alla base di tale decisione una discutibile carenza di risorse umane e di tecnologie per la gestione della riscossione; otto anni di promesse alla lotta all’evasione e alla fine del mandato un pasticcio amministrativo senza precedenti.
Detto in parole povere, la Giunta Abbate certifica il proprio fallimento nel settore delle entrate, che rappresenta il primo problema che doveva essere affrontato con la dovuta competenza se solo in questi otto anni si fosse perseguito sul serio e con convinzione il risanamento contenuto nel piano di riequilibrio per evitare il dissesto”. (da.di.)