Castello di Donnafugata: due spettacoli pirandelliani in contemporanea. Polemica di Mario Chiavola Pd con assessore Clorinda Arezzo. Lo sappiamo, sappiamo bene che sono gli stupidi a dire “noi l’avevamo detto”. Ma per una volta vogliamo ribadirlo, anche a costo di passare per stupidi: “noi l’avevamo detto”. L’avevamo detto già il 3 luglio scorso che “il nostro Comune aveva assicurato allo spettacolo in anteprima della Compagnia Godot il patrocinio gratuito. Anche se gratuito ci pare termine forse poco calzante. Tanto gratuito che, a differenza delle precedenti edizioni, pare per l’adozione di un nuovo regolamento, la compagnia si dovrà fare carico di ogni spesa relativa alla realizzazione della rassegna, pagando di tasca popria l’affitto della scalinata, il noleggio delle sedie (tutte quelle previste dalla normativa Covid, ma che saranno occupate parzialmente in osservanza al distanziamento) e pagherà persino le spese per il personale dipendente dal Comune che in occasione delle serate dovrà effettuare orario straordinario”.
Lo avevamo ribadito più di recente, il 25 luglio, dunque pochissimi giorni fa, che la Compagnia Godot, oltre a doversi pagare le spese per affitto della scalinata, del service delle sedie e forse anche degli straordinari del personale comunale, si è anche vista appioppre, nella stessa data e nella stessa ora in cui presentava “I giganti della montagna” un altro famoso pezzo pirandelliano, “Uno nessuna e centomila” affidato a Enrico Lo Verso. E naturalmente, la stessa cosa hanno notato in molti, e tra questi il capogruppo democratico, Mario Chiavola, che già in consiglio comunale e poi con una nota stampa, aveva rimarcato “la presenza di una serie di anomalie nel cartellone estivo che adombrano una certa mancanza di programmazione oltre a una sorta di tracotanza politica” aggiungendo “vorremmo proprio capire come sia possibile che al castello di Donnafugata si organizzino due eventi nella stessa serata, tra l’altro con la stessa tematica, l’uno a distanza di pochi metri dall’altro.
Da una parte l’esibizione di una compagnia teatrale della nostra città, quindi con attori, soprattutto giovani, ragusani, e che negli anni ha dimostrato di meritare spazio e considerazione per l’alto livello professionale e che, inoltre, a quanto mi risulta, si autofinanzia e paga lo spazio per esibirsi; dall’altro un nome di richiamo come Enrico Lo Verso che, di certo, ha i suoi estimatori e il suo pubblico. In questo modo i due eventi rischiano di penalizzarsi a vicenda, con problemi anche di carattere tecnico e pratico, ad esempio potrebbero disturbarsi per quanto riguarda la fonica o creare eccessivi assembramenti. Tutto ciò, quindi, a discapito della buona riuscita di entrambi gli eventi. Non è un esempio di buona programmazione politica quanto sta accadendo. Che ci voleva a pianificare il tutto in maniera più attenta? Capisco la stessa tematica ma perché non tenere gli appuntamenti in due location completamente differenti evitando che si calpestassero i piedi l’uno con l’altro? Sembra, davvero, una cosa inopportuna ed esagerata. Ho chiesto spiegazioni all’assessore e, più in generale, all’amministrazione. Spiegazioni che, però, fino a ora, non mi sono ancora arrivate”.
Ed invece le spiegazioni sono arrivate a tamburo battente, da parte direttamente dell’assessore alla cultura Clorinda Arezzo che ha così replicato a Mario Chiavola “È curioso che il consigliere Chiavola ancora attenda spiegazioni considerato che abbiamo amabilmente chiacchierato per più di 15 minuti in occasione dello scorso consiglio comunale, durante i quali ho fornito ogni delucidazione. Ma forse per qualcuno ciò che non accade sotto i riflettori è come se non esistesse”. E dopo questo incipit polemico, ha aggiunto “già il cartellone dell’Estate Iblea dello scorso anno ha proposto due location al Castello con felice esito, sia di funzionalità che di affluenza del pubblico.
La location scelta quest’anno, il viale del Tramonto, non solo si trova ancor più distante del cortile dello scorso anno, ma gode oltretutto di accesso separato scongiurando anche il pericolo di assembramento paventato dal consigliere. Una compagnia locale ha scelto, legittimamente ed autonomamente, di noleggiare uno spazio del Parco di Donnafugata diverso da quello nel viale del Tramonto per 15 date (di cui 6 per lo spettacolo in questione) individuate a propria discrezione. Risulta logico ed evidente come la lecita scelta di una compagnia non possa condizionare le altre, che hanno tutto il diritto ad utilizzare lo spazio scenico allestito nel viale del Tramonto secondo le proprie esigenze e la propria programmazione. Approfitto semmai dell’occasione per ringraziare ancora una volta gli uffici comunali, che non si sono risparmiati nel venire incontro il più possibile alle esigenze di tutti, realizzando un cartellone funzionale e adatto a ogni pubblico”. E figurarsi se Mario Chiavola se la fosse tenuta. Ed ecco la sua controreplica che inizia con un significativo “forse l’assessore non ha ben compreso che le spiegazioni, oltre che a me, le deve fornire alla compagnia che si è sentita mortificata da questa scelta.
Scelta, per carità, legittima, nessuno ha detto il contrario, ma assolutamente non opportuna”. Per poi proseguire “l’assessore Arezzo di serate teatrali aventi lo stesso autore ne può organizzare anche tre al castello di Donnafugata. Ma sappia che non funziona. L’assessore, quindi, calendarizzi meglio gli eventi la prossima volta. Non sovrapponga alcuni appuntamenti del cartellone estivo in maniera così poco felice. Si abitui alla critica, tutti sbagliamo. Evidentemente, lo ribadisco, alla compagnia che si sente mortificata queste spiegazioni non sono bastate. Forse anche perché la compagnia ragusana aveva con largo anticipo dato comunicazione delle serate che avrebbe tenuto, tra l’altro corrispondendo un canone per lo spazio in cui tiene la rappresentazione, salvo, poi, trovarsi dinanzi al fatto compiuto senza alcun avviso preventivo. Forse, ci sarebbe voluto un pizzico di rispetto in più. Magari se la compagnia ragusana avesse saputo in anticipo quale l’intenzione dell’amministrazione comunale, avrebbe potuto decidere di modificare il proprio calendario proprio allo scopo di evitare antipatiche sovrapposizioni. Quindi, l’assessore Arezzo stia più attenta la prossima volta”. (da.di.)