Modica – L’emergenza imposta dalla diffusione del Covid-19 ci fornisce l’occasione per riflettere sulla rilevanza imprescindibile che giocano i presidi sanitari pubblici sul territorio e sull’assoluta necessità di rivedere le relative politiche sinora attivate, con l’obiettivo di guardare oltre le posizioni sinora assunte dai partiti che le hanno operate. Su scala comunitaria la successione di troppi governi nazionali ci ha parlato di tagli ai bilanci della Stato per far fronte a “eccesso di deficit”, “rispetto degli impegni”, “contenimento della spesa pubblica”, al fine di giustificare le progressive strette economiche che operavano nei settori chiave del welfare e, nello specifico, della sanità pubblica, cosa quest’ultima che profilava ruoli e vantaggi più ampi per la sanità privata.
Sulla stessa insensata linea, gli stessi governi – e i loro esponenti più in vista dei rispettivi partiti – operavano per il numero sconsideratamente contingentato di iscrizioni nelle facoltà di medicina e chirurgia: oggi ci accorgiamo di non aver medici e personale sanitario a sufficienza! E ancor meno nei momenti di profonda elevata emergenza sanitaria! L’onda di queste scelte politiche, che intrecciavano responsabilità fra UE, governi nazionali, governi regionali, Asp etc., ha prodotto gli effetti che oggi, ai tempi della pestilenza virale, possiamo toccare con mano anche nel microcosmo delle nostre realtà iblee e, in particolare, di Modica.
L’Asp Ragusa, dispone attualmente di 30 posti di terapia intensiva tra quelli già attivati e quelli ancora da attivare; un totale di 30 posti dunque a fronte di 320.893 abitanti che popolano l’area. Allo stato delle cose, dunque, un posto di terapia intensiva ogni 10.700 utenti della sanità nell’area iblea! Questo preoccupante quadro, ci auguriamo che venga concretamente ridimensionato a seguito dei più recenti provvedimenti del governo Musumeci per gli ospedali, in cui si annuncia “una capacità di attivazione di posti letto, esclusivamente dedicati ai pazienti affetti da Coronavirus, pari a circa mille unità” su tutto il territorio regionale.
Inoltre, in base al comunicato del 12 marzo scorso, che illustra questi provvedimenti – pubblicato dal Portavoce del Presidente Regione Siciliana –, l’ospedale “Maggiore” di Modica è stato individuato fra i potenziali Covid-Hospital, le “Aree sanitarie … che si occuperanno in via esclusiva del trattamento dei pazienti affetti dal Covid 19”. La scelta del “Maggiore” nei “Provvedimenti” del governatore Musumeci dà ragione al ventaglio di considerazioni sul ruolo territoriale che svolge la struttura ospedaliera di Modica nel contesto sanitario della Sicilia Sud-Orientale, e ci auguriamo che questa scelta porti al suo ri-potenziamento. Significativa anche l’azione di reclutamento di altro personale medico e infermieristico, grazie a una procedura urgente per popolare i nuovi Covid-Hospital.
Tutte iniziative da applaudire e approvare affinché venga predisposto il necessario per far fronte ad un’eventuale ampia diffusione del Coronavirus anche nelle nostre comunità. Tuttavia, ciò è la dimostrazione che, come già detto, la sanità pubblica finora è stato uno dei settori trascurati dalla politica a tutti i livelli e dispiace tanto apprendere solo ora, in piena emergenza sanitaria, che si ha intenzione di fare anche l’impossibile per potenziare, con uomini e mezzi, la sanità a tutti i livelli per venire incontro alle esigenze attuali. Auspichiamo che l’attuale emergenza sanitaria del Covid-19 possa insegnare a tutti e in primis ai politici che settori come la sanità, l’ambiente, il territorio, la scuola, ecc., sono tutti argomenti da ritenere come prioritari rispetto a tanti altri e che non hanno alcun colore politico.
Adesso è il momento, appunto, di unire le forze di ognuno e combattere tutti insieme contro questo virus per riuscire a ritornare nella normalità prima possibile. Infine, per l’opera sinora svola e per quella che li attende per gravame di fatica e responsabilità, esprimiamo un plauso caloroso e particolare a tutto il personale sanitario intorno a cui con solidarietà ci stringiamo.