Anche “Ragusa” al Premio Strega. I 5 finalisti hanno già una Sygla tra le dita. Emanuele Trevi con Due vite (Neri Pozza), Edith Bruck con Il pane perduto (La Nave di Teseo), Donatella Di Pietrantonio con Borgo Sud (Einaudi), Giulia Caminito con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) e Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli). Fra questi scrittori c’è il nome del vincitore del Premio Strega 2021. La sera di giovedì 8 luglio, al termine della votazione al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, sapremo chi brinderà buttando giù un sorso di liquore Strega. Tutti loro, però, hanno già ricevuto un dono prezioso, artigianale, essenza pura per ogni scrittore. È qualcosa che nasce a Ragusa e, così come avvengono le cose migliori, ha abbracciato uno dei premi letterari più importanti d’Italia a sorpresa. Sygla ha risposto presente alla chiamata dello Strega realizzando la sua penna, un modello pensato e costruito appositamente grazie a un lavoro squadra accelerato dall’improvvisa notizia del “matrimonio” Sygla-Strega (Carlo Blangiforti ha fatto il disegno della scatola, Michele Arezzo ha scritto il testo che accompagna la penna Maria nella sua confezione speciale, Naturare di Clelia Valentino ha realizzato il segnalibro).
Teatro Romano di Benevento
Questa creatura è tra le dita dei 12 semifinalisti che dopo le votazioni al Teatro Romano di Benevento si sono ridotti ai magnifici cinque. Per provare a comprendere l’eccezionalità di questa unione bisogna guardare alla storia dello “Strega” e non solo. Una ricorrenza: è l’edizione numero LXXV del premio che, nato nel 1947, ha accompagnato la storia del nostro Paese e l’ha certamente raccontata attraverso i libri. Dal salotto letterario degli “Amici della domenica” partì l’idea di dare vita a un nuovo premio letterario, che contribuisse alla rinascita culturale di un’Italia che veniva fuori dalla guerra. Prese il nome del noto liquore prodotto dall’azienda di famiglia di Guido Alberti mecenate e ideatore dello “Strega” assieme alla scrittrice Maria Bellonci. Proprio da lei parte il racconto delle origini che ci porta al 2021. “Maria” è il nome della penna Sygla che sta scrivendo questa storia.
Fu una penna a cambiare la storia della nostra nazione, quella delle firme sulla Carta Costituzionale del 27 dicembre del 1947. Enrico de Nicola, capo provvisorio dello Stato, Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea costituente e Alcide de Gasperi, capo del governo attorno alla scrivania su cui è poggiata la Carta Costituzionale sono un’immagine fortissima. A breve saranno trascorsi 75 anni da quel momento che ha cambiato tutto. Ci sono storie che s’intrecciano perché nascono e camminano insieme, altre si trovano e si riconoscono per strada. La strada che ha percorso in auto Salvatore Fazzino, emozionato e fiero del suo prezioso carico che da Ragusa arriva a Benevento. Quante dita hanno tenuto fra le mani Sygla in questi tre anni, quante persone l’hanno regalata, quante ancora non la conoscono e se ne innamorano vedendola, sentendola subito propria. Una penna con l’anima.
Gesualdo Bufalino con “Le menzogne della notte”
Avevano la stessa anima siciliana di Sygla, e hanno rapito tre volte quella del Premio Strega gli scrittori dell’Isola premiati in 75 anni di storia. Era il 1959 quando fu assegnato, postumo, a Giuseppe Tomasi di Lampedusa per “Il Gattopardo”. Nel 1988 il comisano Gesualdo Bufalino con “Le menzogne della notte” confermò il suo talento. L’ultimo siciliano a vincere fu Vincenzo Consolo, era il 1992 e fu premiato per “Nottetempo, casa per casa”. Altri scrittori e scrittrici, siciliani di nascita, origine o storia familiare sono arrivati in finale. Quest’anno nessun isolano è arrivato in fondo ma c’è da essere fieri che fra le dita del vincitore guizzerà agile e fiera un piccolo grande capolavoro artigiano ibleo.