Milano, 1 lug. – Dura presa di posizione contro l'Ats di Bergamo da parte dell'Ordine dei medici provinciale. Il Consiglio dell'Omceo – riunitosi ieri per discutere della situazione sanitaria bergamasca alla luce della "tragica esperienza vissuta" e "degli errori commessi" durante l'emergenza coronavirus, nonchè della necessità di riorganizzare l'assistenza territoriale in vista di una possibile seconda ondata di Covid-19 – preso atto dello scarso coinvolgimento della categoria nei processi decisionali e della mancata vicinanza della direzione strategica dell'Agenzia per la tutela della salute ai camici bianchi "colpiti da gravissimi lutti nell'adempimento del dovere", ha deliberato di ritirare i propri delegati dai tavoli di lavoro attivati dall'Ats e di revocare all'Agenzia "la concessione del logo per tali iniziative".
E' quanto si legge in un estratto del verbale di fine seduta di Consiglio, che l'Adnkronos Salute ha potuto visionare. Fra i punti per i quali l'Ordine rileva più preoccupazione, c'è "la situazione venutasi a creare nell'Ats di Bergamo dove la revoca dell'incarico al direttore del Dpc, Roberto Moretti – a cui, come espresso dai sindacati, va la stima per la qualificata e intensa attività svolta durante la pandemia – ha fatto seguito, dopo poco tempo, alle dimissioni di Pietro Imbrogno, direttore del Dips. I contenuti del verbale, firmato dal presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Bergamo, Guido Marinoni, e dal segretario dell'Omceo, Paola Pedrini, vengono riassunti anche in una nota che parte dalla proposta, "nel breve periodo", di "una serie di interventi con particolare riguardo alle prospettive di riorganizzazione dell'assistenza territoriale e alla necessità di predisporre una strategia nella prospettiva di un'eventuale recrudescenza del Covid", soprattutto nel periodo autunnale.
Quattro le priorità elencate dall'Ordine: "La programmazione della vaccinazione antinfluenzale a partire già dal mese di ottobre – allo scopo anche di ridurre episodi febbrili e sospetti diagnostici, evitando quindi quarantene inutili – attraverso l'individuazione di tempi e spazi idonei, in collaborazione con i Comuni, e impiegando medici di famiglia, pediatri e strutture Ats e Asst; la riorganizzazione del confuso sistema informatico di richiesta dei tamponi e di trasmissione delle relative risposte, per evitare le lungaggini e i disguidi verificatisi in questi mesi". E ancora: "L'ottimizzazione delle procedure di tracciamento e isolamento di casi e contatti, aggiungendo all'impegno dei medici di famiglia l'intervento rapido del Dips nella prospettiva di un autunno che richiederà un’attività molto intensa; lo stoccaggio di una riserva di Dpi per la fornitura immediata ai medici e agli altri operatori sanitari del territorio" così da "consentire, in caso di ripresa pandemica, la necessaria e indispensabile attività".
Su questi punti i medici ribadiscono "la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni", segnalando però che "le attività indicate – di specifica competenza dei Dipartimenti dell'Ats – possono essere sviluppate solo con la piena funzionalità dei servizi e dei diversi livelli di responsabilità dell'Agenzia. In mancanza di questi – come si sta verificando in questa fase – i tavoli di condivisione presso Ats hanno un significato meramente formale e di prevalente valenza politica, senza quindi una reale capacità operativa". Pertanto l'Omceo chiede alla Regione Lombardia e ai sindaci dei Comuni della Bergamasca "un intervento urgente per sanare le criticità segnalate e consentire la ripresa di un'adeguata capacità organizzativo-programmatoria, fondamentale in questo momento difficile per il nostro sistema sanitario e per la società civile tutta". E in attesa di tale intervento, ritira i propri delegati dai tavoli di condivisione.
"Siamo profondamente preoccupati per la situazione venutasi a creare nell'Ats di Bergamo" con la revoca dell'incarico a Moretti e le dimissioni di Imbrogno, commenta Marinoni. "In questi mesi – rileva il presidente Omceo – non c'è stata da parte della direzione strategica dell'Ats una volontà di collaborazione, nè di vicinanza – neppure formale – alla categoria dei medici, colpita da gravissimi lutti nell'adempimento del dovere". "La progettualità espressa ad oggi da Ats, sulla base di affollati gruppi di lavoro, ricompresi negli acronimi Ugoretec o Agorete è priva di reale capacità operativa – rincara Marinoni – E non può essere diversamente se vengono meno gli adeguati riferimenti di responsabilità tecnica nella struttura aziendale. Auspichiamo quindi un cambiamento immediato", perchè "non vogliamo essere identificati tra i responsabili di decisioni formate in assenza di un adeguato supporto tecnico gestionale".