La dieta delle piante per dimagrire in salute, cos'è, come funziona e cosa si mangia. La dieta delle piante o diet plant based è un vero approccio alla vita, a partire dall’alimentazione: rispetto per la propria salute e il proprio organismo, in primis, che si riflette sul rispetto per tutte le forme di vita e per il Pianeta in generale. Il nome stesso dice molto “plant-based” significa, tradotto alla lettera, basato sulle piante, quindi un’alimentazione a prevalenza vegetale, ma non solo. Infatti, non si tratta solo di consumare vegetali ma di assumere alimenti naturali: non processati industrialmente, non trattati, non derivanti da sfruttamento di risorse e animali, meglio se km zero.La dieta delle piante o diet Plant Based è una dieta a base vegetale ma non vegana/vegetariana, che mette l’accento sulla qualità e la salubrità dei cibi più che sul loro valore “morale”, pur con grande attenzione alla sostenibilità.
DIETA DELLE PIANTE O DIET PLANT BASED: COME FUNZIONA E COSA MANGIARE
La dieta delle piante prevede il consumo di cereali e farine integrali, olio extravergine d’oliva, frutta e verdura di stagione. I dolci possono essere consumati solo se homemade e con materie prime controllate, semplici e poco raffinate, meglio se di origine vegetale – ad esempio sostituendo al latte le bevande di soia o riso, e alle uova altri addensanti naturali come semi di lino, bucce di psillio o semplice banana matura. Sì alla frutta secca e ai semi. Carne e pesce? Se ne possono consumare piccole quantità in modo sporadico, sempre che rispettino la regola principale, ossia una provenienza naturale e controllata. Un grande no a tutto ciò che c’è di pronto e lavorato: sughi pronti, patatine, biscotti, snack di vario genere, cereali zuccherati, creme spalmabili, merendine e molti altri alimenti notoriamente ben poco salutari. No assoluto a zuccheri raffinati e grassi idrogenati, ad esempio, no ai coloranti e ai dolcificanti sintetici. Vietato il cibo spazzatura e il fast-food
Ma cosa si mangia nella dieta delle piante per dimagrire o diet plant based?
Ecco un esempio di menù facile della dieta delle piante:
Colazione: un bicchiere di spremuta di arance o un bicchiere di latte di mandorla senza zuccheri aggiunti e una porzione di frutta di stagione.
Spuntino: un frutto di stagione o 5 mandorle.
Pranzo: una porzione di riso integrale o avena e una porzione di verdure o ortaggi in insalata. In alternativa si possono mangiare 200 grammi di patate lessate con la buccia con aggiunta di verdure (fagiolini, sedano) e con 100 grammi di fagioli lessi, un cucchiaino di olio.
Merenda: un frutto di stagione o uno yogurt di soia magro senza zuccheri aggiunti.
Cena: verdure in quantità libera o insalata mista con un cucchiaino di olio di oliva e un cucchiaino di semi misti o con 50 grammi di avocado e succo di limone o aceto di mele. In alternativa 100 grammi di tofu al naturale o 80 grammi di tempeh al naturale o 130 grammi di legumi lessi.
DIETA PLANT BASED O DIETA DELLE PIANTE: LA STORIA
La dieta delle piante per dimagrire o diet Plant Based vanta una ricca storia scientifica. Il primo documento dove si parla di plant based diet risale al 1999 ed è stato redatto durante il Terzo Congresso Nazionale sulla Nutrizione Vegetariana (1).
In quel contesto, i relatori esaminarono vari approcci nutrizionali: diete basate esclusivamente su cibi vegetali (“plant-only”), diete basate prevalentemente su cibi vegetali (“plant-based”) e diete onnivore. Dalla lettura del suddetto documento, appare chiaro che le diete plant-based erano costituite prevalentemente da cibi vegetali, ma potevano comprendere anche cibi di origine animale. Le diete vegane, invece, rientravano nella definizione di plant-only. Ad onor di cronaca, i ricercatori conclusero i lavori del congresso affermando che sia le diete plant-only, sia le diete plant-based, se correttamente pianificate, erano in grado di soddisfare tutte le esigenze nutrizionali ed essere salutari per l’essere umano. Facciamo un balzo in avanti di circa 17 anni ed arriviamo al 2016, anno in cui viene pubblicato, sulla prestigiosa rivista scientifica The Permanente Journal, un articolo dal titolo “Plant-Based Diets: A Physician’s Guide” (2), una vera e propria guida che “fornisce ai medici e agli altri operatori sanitari una panoramica dei numerosi vantaggi di una dieta a base vegetale, nonché dettagli su come ottenere un piano alimentare equilibrato e ricco di nutrienti”.
In tale guida, le diete plant-based risultano essere soltanto quelle basate esclusivamente su cibi vegetali.
Dopo aver elencato tutti i benefici sulla salute, i nutrienti fondamentali (macronutrienti e micronutrienti), ed aver fornito indicazioni per l’inizio e l’assistenza ai pazienti che decidono di intraprendere questa scelta, arriva alla conclusione che la dieta plant based presenta vantaggi per tutti, sia per le persone sane che per i pazienti. Tale dieta, infatti, risulta essere uno strumento importante e potente nel trattamento delle malattie croniche, in grado di apportare minori costi sanitari e probabilmente migliori risultati in termine di prevenzione e cura.L’anno successivo (esattamente a maggio 2017), sulla rivista Journal of Geriatric Cardiology, viene pubblicato un articolo, dal titolo “Definition of a plant-based diet overview of this special issue” (3), nel quale viene fornita una definizione precisa di plant-based diet. Infatti, al primo capoverso si legge testualmente che “Una dieta plant-based comprende tutti i tipi di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi, erbe e spezie minimamente lavorati ed esclude tutti i prodotti di origine animale, inclusi carne rossa, pollame, pesce, uova e latticini”.
Oltre a tale definizione, si ribadiscono i benefici della dieta plant-based, con particolare riferimento alle malattie cardiovascolari e ai suoi fattori di rischio. Arriviamo, così, a dicembre 2018, con la pubblicazione, sulla rivista Nutrients, della review “Plant-Based Diets: Considerations for Environmental Impact, Protein Quality, and Exercise Performance” (4).