Coronavirus, Mastroianni: "Settimana decisiva, valutare lockdown". L'infettivologo: "Ora più che mai serve la massima attenzione". "Ora più che mai serve la massima attenzione e bisogna stare molto accorti e valutare misure più stringenti e anche l'idea di un lockdown. Siamo di fronte a una settimana decisiva". Lo afferma all'Adnkronos Salute Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma.In merito alle polemiche sulle parole di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha auspicato un immediato lockdown nazionale, Mastroianni è categorico: "Non voglio entrare nella discussione, ma siamo in una situazione preoccupante"
Covid, Palù: "Chiusure per 3 mesi e avanti con vaccini, così ne usciremo"
“Se terremo a bada il virus nei prossimi due tre mesi, forse usciremo dal raggio della sua minaccia. Le infezioni respiratorie raggiungono il picco in inverno e in primavera-estate si mitigano. Dobbiamo aver fiducia! Spingendo sulle vaccinazioni e rinunciando per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture”. Così al Corriere della Sera Giorgio Palù, presidente dell'agenzia italiana del farmaco Aifa, che della terza ondata dice che “si può evitare. Siamo in una fase discendente della curva epidemica, anche se lenta. Non è il momento di distrazioni. Fino a che l'abbassamento dell'Rt non sarà significativo tutti noi siamo chiamati a rispettare le misure di protezione individuale ed evitare gli assembramenti”.
La paura per il contagio delle tre varianti del Sars-Covid19
“Le tre varianti che stanno circolando nel mondo, l'inglese, sudafricana e brasiliana, rendono il Sars-CoV-2 più contagioso – afferma Palù – e quindi aumentano il rischio di ricoveri in ospedale e di decessi. La preoccupazione non si può negare. Però ripeto, per tenere sotto controllo le varianti, a cominciare da quella inglese, più diffuso in Italia, servono le stesse precauzioni e le stesse misure utilizzate per il ceppo originario di Wuhan, la città cinese dove la pandemia è nata. Mi dispiace dirlo, anche gli impianti sciistici potrebbero costituire un rischio. Sappiamo da 4-5 studi che l'infezione, a prescindere dalle mutazioni, ha una certa prevalenza tra 12-19 anni e poi tra 19 e 50 anni. Quindi andrei cauto con la ripresa di scuole superiori e università. Sarebbe ideale poter spostare il calendario in avanti, quando il quadro sarà migliore”.