Una dieta scorretta può dar vita all’intestino pigro. La dieta che potrebbe favorire il fastidioso disturbo ovvero la stipsi è una dieta che esclude fibre (frutta e verdura) e una insufficiente idratazione. L’intestino pigro spesso ha tra le cause principali l’eccessiva inattività fisica o eccessive situazioni di stress. Ad ogni modo secondo gli esperti, qualunque sia la causa dell’intestino pigro, bisogna cominciare sempre da una dieta corretta e sana. Che cos'è la stipsi? Il termine "stipsi" deriva dal greco styphein (stretto) ed indica una difficoltà nell'espletamento della funzione intestinale che può impattare notevolmente sulla qualità di vita. È una problematica molto frequente che interessa circa il 15% della popolazione. Interessa maggiormente i soggetti di sesso femminile ed aumenta con l'avanzare dell'età. È più frequente in chi è depresso o sottoposto a stress psicologici. La normale frequenza di defecazione varia da persona a persona, ed indicativamente dovrebbe essere da tre evacuazioni al giorno a tre alla settimana.
La dieta contro la stitichezza – per combattere la stitichezza, ecco alcuni consigli per correggere il proprio piano alimentare e ristudiarlo con l’ausilio di un medico specialista o di un nutrizionista: assumere almeno una porzione di verdura ad ogni pasto, cotta o cruda. Tra le verdure cotte, preferibilmente lessate o cucinate al vapore, privilegiare spinaci, zucchine, broccoli e cavolfiori (da consumarsi con moderazione in caso di meteorismo, aumentando a poco a poco le dosi), fagiolini, melanzane e carciofi; consumare ogni giorno 2-3 frutti di medie dimensioni, scegliendo soprattutto tra kiwi (al mattino a digiuno), pere, albicocche, fichi e prugne. Quando possibile mangiare la frutta con la buccia, o in alternativa cotta; a cena, includere un piatto in brodo o un minestrone di verdure, anche passato; alternare i cerali raffinati, quali pane, pasta e riso, con quelli integrali; consumare almeno due volte a settimana i legumi. In caso di meteorismo preferirli passati o centrifugati; includere nella propria dieta, ogni giorno, una porzione di yogurt o di latte fermentato; aumentare l’apporto di liquidi a almeno 1.5-2 litri al giorno, bevendo preferibilmente acqua oligominerale naturale ma anche tisane o brodo; limitare l’assunzione di alcool, tè e caffè (benché uno al mattino aumenti i movimenti intestinali); evitare i formaggi fermentati, i fritti e i grassi di origine animale. In caso di diverticolosi non complicata (formazione di piccole sacche di mucosa intestinale, specie nel sigma), come si legge sul sito Fondazioneveronesi.com la dieta va mantenuta libera; in caso di infiammazioni dei diverticoli (diverticolite), vanno limitati il consumo di: verdure filamentose (sedano, finocchi, fagiolini con il filo); frutta e verdura contenenti i semini (uva, fragole, kiwi, frutti di bosco, pomodori); bucce di legumi (da consumarsi passati o centrifugati). Frutta, verdura, fibre e acqua gli alimenti contro i diverticoli. La stitichezza o stipsi viene comunemente definita come una difficoltosa o infrequente evacuazione con sensazione di incompleto svuotamento intestinale. La stipsi acuta si distingue da quella cronica (che ha durata maggiore di 6 mesi) per la transitorietà del disturbo che può conseguire a diverse cause (ad esempio: interventi chirurgici, malattie acute, o semplicemente si può manifestare dopo un viaggio). In genere, superata la fase "critica", la stipsi si risolve in breve tempo.
Quali sono le cause della stipsi? La stipsi transitoria è frequente durante la gravidanza, nei cambi di luogo ed abitudini alimentari (es. viaggi), in persone sedentarie che non si idratano in maniera sufficiente, nel periodo che segue interventi chirurgici e dopo l'utilizzo di antibiotici. La stipsi cronica invece può essere causata da vere e proprie disfunzioni motorie intestinali e/o anorettali oppure da patologie come la diverticolosi, le malattia infiammatorie croniche intestinali, il tumore del colon-retto. Fra le malattie croniche che spesso si accompagnano a stipsi, vi sono il Morbo di Parkinson, il Diabete e malattie neurologiche.Anche alcuni farmaci (es. anestetici, analgesici, antiacidi, anticolinergici, antidepressivi) possono rallentare il transito delle feci lungo l'intestino.
Quali sono le cause e i sintomi della stitichezza o intestino pigro – Nella maggior parte dei casi la stitichezza – ossia la difficoltà di evacuazione fecale – non è determinata da una condizione specifica, rendendo più difficile stabilirne la causa esatta. Di stipsi (o stitichezza) però si comincia a parlare quando la frequenza dell’evacuazione è inferiore a tre volte alla settimana a cui possono correlarsi altri sintomi quali dolori addominali, meteorismo (flatulenza e aerofagia), gonfiore, difficoltà a espellere le feci dure e disidratate, senso di evacuazione incompleta e necessità di ricorrere a manovre manuali per favorirne l’espulsione. La stitichezza da saltuaria diviene cronica quando i disturbi perdurano da almeno o più tre mesi nel corso dell’ultimo semestre. In taluni casi, infine, la stipsi può essere anche un sintomo della ‘sindrome da intestino irritabile’ nella quale la stitichezza si alterna alla comparsa di scariche diarroiche.