Sembra solo un curioso inconveniente, ma dietro le buffe apparenze il dito a scatto nasconde una seria infiammazione. Ecco cos’è e come curarlo. Vi è mai successo che la vostra mano, e in particolare le dita, si muovessero a scatto senza apparente motivo? Il dito a scatto è una patologia che colpisce la mano e che si manifesta con una limitazione nei movimenti. Si tratta di una vera e propria tendinite, e nello specifico è un’infiammazione che interessa la guaina sinoviale che circonda il tendine delle dita. Ogni tendine, infatti, è ricoperto da un sottile strato di guanina protettiva, che può subire danni più o meno gravi e a lungo termine, determinando la comparsa di fastidiose patologie, tra cui il dito a scatto, conosciuto in ambito scientifico con il nome di tenosinovite stenosante dei flessori delle dita. Tale patologia è facilmente riconoscibile perché si manifesta quando si cerca di stendere il dito da una posizione chiusa o di presa: in quel frangente, infatti, il dito rimane piegato e poi improvvisamente si stende con un movimento subitaneo, “a scatto”, appunto.
Dito a scatto: cosa c’è da sapere: L’incidenza della comparsa dei sintomi del dito a scatto è più alta nel genere femminile: le donne, infatti, ne soffrono sensibilmente di più rispetto agli uomini; raramente questa patologia interessa i bambini, mentre comprare di frequente a partire dall’adolescenza; L’infezione, solitamente, interessa le dita della mano predominante – ovvero quella che si usa maggiormente, sinistra per i mancini, destra per il destrimano; Non sono rari i casi in cui l’infezione colpisce non un solo dito, ma due o più della stessa mano contemporaneamente; Oltre al tipico movimento "a scatto" del dito, l’infiammazione può provocare anche dolore e gonfiore articolare, intorpidimento di polsi e mano, rigidità diffusa in tutto l’arto.
Dito a scatto: le cause più frequenti Come accennato, il dito a scatto è provocato da un’infiammazione che colpisce la guaina esterna che riveste il tendine del dito interessato dal disturbo. L’infiammazione di norma è a sua volta causa di un ispessimento della guaina, che quindi restringe lo spazio tra essa stessa e il tendine: questo spazio solitamente è occupato dal liquido sinoviale, uno speciale fluido che lubrifica e mantiene idratata la zona di attrito tra nervo e guaina. A causa dell’infiammazione, quindi, lo scorrimento del tendine all'interno della guaina sinoviale viene ostacolato.
Sono molti i fattori che possono provocare l’infiammazione responsabile di tale disturbo, ma le principali cause sono riconducibili a traumi alla mano, alla presenza di pregresse patologie (specie reumatiche, diabetiche o legate al malfunzionamento della tiroide), oppure ad alcune tipologie di infezione. Anche l’esecuzione prolungata e ripetitiva dello stesso movimento può causare fenomeni di usura e di degenerazione dei tessuti che compongono la guaina: per cui particolare attenzione devono prestare le persone che svolgono mansioni pratiche ripetitive (cassieri, cuochi, operai) o che si allenano in esercizi molto simili ogni giorno (atleti, musicisti). Tra costoro, i principali soggetti riconosciuti come più sensibili allo sviluppo della patologia del dito a scatto sono le persone che eseguono frequentemente il movimento di presa.
Dito a scatto: trattamento e rimedi: Se non curato, il dito a scatto può degenerare nei casi più gravi, in cui il dito non riesce a portare a termine l'estensione e rimane quindi in posizione ricurva, piegato verso l’interno del palmo della mano. Per questo è bene intervenire prontamente con trattamenti che variano in base alla gravità dei sintomi e alla durata del disturbo. In caso di sintomi lievi (movimento “a scatto” occasionale, nessun o leggero gonfiore) un’efficace opzione terapeutica può essere rappresentata dalla steccatura: è necessario l’intervento del medico, che può prescrivere al paziente di usare per un determinato periodo un tutore apposito che mantenga il dito in posizione estesa. Questa procedura consente all’articolazione di godere di un certo periodo di riposo, e di recuperare da eventuali lesioni.
Un trattamento opposto ma ugualmente efficace è quello che consiste nell’esecuzione di alcuni esercizi per le dita: essi servono a mantenere la mobilità dell’articolazione, senza però stressarla con movimenti scorretti e imprevisti. In ogni caso, si eviteranno quei movimenti manuali ripetitivi che sono alla base dell’insorgere del problema, esercitandosi invece su piegamenti ed estensioni mirati e defaticanti. Nei casi più gravi, invece, sarà probabile il ricorso all’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS) e corticosteroidi. Dopo l’assunzione dei farmaci, massaggiare il dito colpito può aiutare a trovare sollievo dal dolore, ma non risolverà il gonfiore causato dall’infiammazione. Se i sintomi persistono oltre una ragionevole durata (ci solito circa 6 settimane) si può prendere in considerazione, insieme al medico di fiducia, di ricorrere a un intervento chirurgico.