Roma, 6 ott. – "L'emergenza non è finita", "ora dobbiamo alzare il livello di guardia". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo sottolinea nelle sue comunicazioni alla Camera sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione di Covid-19. "Il quadro internazionale, europeo e nazionale segnala una mutazione di fase rispetto ai mesi passati" dice Speranza, ricordando che "nel mondo ci sono stati più di 35 milioni di contagiati e un milione di morti".
"L'Italia è tra i grandi Paesi europei, insieme alla Germania, che sta reagendo meglio a questa seconda ondata. Ma sarebbe sbagliato pensare di esserne fuori. Sarebbe una valutazione priva di fondamento" avverte Speranza, invitando a non farsi illusioni di questo tipo. Infatti, "c'è una fase di peggioramento oggettivo: l'Italia sta meglio" rispetto ad altri Paesi europei "ma da 9 settimane i numeri sono in crescita" in tutta Italia. "A febbraio, marzo e aprile il virus – ricorda infatti il ministro – aveva colpito un pezzo d'Italia circoscritto, la Lombardia e alcune aree del Nord. Oggi non c'è più una dinamica di territorialità. I numeri segnalano una crescita diffusa e generalizzata che tocca tutti i territori. Nessuna Regione può sentirsi fuori dai rischi".
CONTAGIATI E RICOVERI – "In due mesi c'è stato un salto in avanti, un aumento significativo" di contagiati e ricoveri per Covid-19. "Attualmente sono 58.900 le persone positive, il 6 agosto erano 12.600. I ricoverati con sintomi sono 3.487, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 323", contro "30 in estate. Numeri sostenibili per il Servizio sanitario nazionale", che però non devono illudere nessuno. La fase è cambiata anche in Italia, sottolinea il ministro.
I risultati ottenuti dall'Italia sul fronte della lotta a Covid-19 "non sono acquisiti per sempre. La sfida è aperta e tutto si rimette in discussione ogni giorno. Per questo bisogna insistere e continuare su quella linea della prudenza che finora credo ci abbia guidato. E' questa la ragione di fondo per cui il Presidente del Consiglio ha già annunciato pubblicamente che la valutazione del governo va nella direzione di una continuità rispetto allo Stato di emergenza fino al 31 di gennaio. Io credo personalmente che questa valutazione sia semplicemente corrispondente allo stato reale del Paese: l'emergenza non è finita, questa è la semplice verità con cui dobbiamo fare i conti" dice Speranza.
"Per noi è fondamentale – spiega – mantenere quella impalcatura istituzionale che abbiamo costruito in questi mesi e che gravita attorno alla Protezione civile come soggetto fondamentale, ai suoi poteri di ordinanza, al commissario straordinario, al ruolo del Comitato tecnico scientifico che ha aiutato e supportato il governo, le Regioni, persino i soggetti sociali nell'individuazione di strade adeguate", anche "in questa stagione tutt'altro che facile di convivenza del virus. Penso che questa impalcatura, pur nella complessità delle situazioni, abbia funzionato e ci abbia consentito una maggiore rapidità di intervento di fronte alle necessità che si sono presentate".
MASCHERINE ALL'APERTO – Speranza spiega che "nel Dpcm che ci accingiamo ad adottare, valutiamo l'estensione dell'obbligo delle mascherine anche all'aperto". "Le mascherine – sottolinea – sono il primo strumento essenziale quando si incontrano persone con cui non si convive". Da qui l'intento di estendere l'utilizzo "in maniera continuativa anche all'aperto. Dobbiamo continuare sulla linea della prudenza", esorta il ministro.
PIU' CONTROLLI – Dopo le mascherine, "la seconda regola che è essenziale e che abbiamo imparato in questi mesi è quella del distanziamento di almeno un metro e del divieto di assembramento. Sono norme già vigenti nel nostro Paese che però dobbiamo rendere più esecutive possibili dentro questa stagione di ripresa del contagio. E per questo noi lavoriamo nelle prossime ore con gli strumenti a nostra disposizione per aumentare il livello di controlli" annuncia Speranza.
NUOVO DPCM – "Io penso che nel prossimo Dpcm noi dobbiamo continuare sulla linea della prudenza che ci ha guidato finora. E dentro questo Dpcm, che dopo il confronto con le Regioni dovremo approvare probabilmente già nella serata di domani, l'indirizzo del governo è quello di confermare quelle misure essenziali che fin qui ci hanno consentito di provare a gestire la fase di convivenza con l'epidemia, ma provando a dare un segnale al Paese di primo rafforzamento delle misure" dice il ministro della Salute.
Un primo rafforzamento, evidenzia, "che è utile perchè in sintonia con la tendenza epidemiologica di risalita dei casi che da 9 settimane contraddistingue la situazione epidemiologica dell'Italia. Le tre regole fondamentali sono l'asse portante del Dpcm che andremo a proporre al Parlamento e poi alle Regioni". Si tratta delle "tre regole fondamentali che abbiamo chiesto con insistenza ai cittadini italiani di rispettare e che ci hanno consentito di gestire questa fase di transizione", e cioè l'utilizzo corretto delle mascherine, il distanziamento e l'igiene delle mani.