Ragusa, 21 settembre 2020 – Il 21 settembre, ventunesima Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s Disease International (ADI), riunisce malati, familiari e associazioni di pazienti con Alzheimer in tutto il mondo con iniziative dedicate alla conoscenza e alla diffusione delle informazioni sulla malattia. Al giorno d’oggi le terapie per la Demenza di Alzheimer possono solo in parte mitigare i sintomi, ma purtroppo non hanno alcun impatto sulla progressiva evoluzione della malattia. Il dr. Salvatore Dipasquale, dirigente medico psichiatra, del "Centro di Psicogeriatria e Riabilitazione Cognitiva" dell’Asp di Ragusa sottolinea che «l’unico vero strumento per contrastare la malattia di Alzheimer rimane la prevenzione.»
Ecco alcuni consigli utili. Fare esercizio fisico: bastano 10 minuti di esercizio aerobico lieve per incrementare le connessioni neuronali a livello del giro dentato dell’ippocampo cerebrale, proprio quelle deputate alle funzioni cognitive e mnemoniche che si perdono nell’Alzheimer. L’attività fisica ha un effetto immediato sulla plasticità neuronale. Correggere l’alimentazione: gli alimenti che è utile consumare giornalmente e in quantità sono frutta e verdura (meglio se di stagione), pane, pasta e cereali (meglio se integrali), olio di oliva, cipolla, aglio e spezie per insaporire i piatti e ridurre le quantità di sale. Limitare carne rossa, salumi, insaccati e dolci.
Fitness Mentale: impegnarsi in attività cognitive di alto livello favorisce i meccanismi di plasticità cerebrale. Leggere un libro o un giornale, fare un cruciverba, giocare a carte o dama, visitare un museo o una mostra, avere interessi e passioni da sviluppare, mantiene la mente attiva e impegnata. Prendersi cura del proprio cuore: fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e l’ictus come il fumo, eccessivo consumo di alcool, l’obesità, ipertensione e diabete, aumentano significativamente la possibilità di sviluppo della Malattia di Alzheimer. Sconfiggere Ansia e Depressione: patologie croniche come i disturbi d’ansia e la depressione determinano una riduzione della plasticità neuronale, aumentano i livelli infiammatori e riducono il trofismo a livello cerebrale.
Per tali ragioni le suddette patologie vanno trattate quanto prima, soprattutto in età avanzata. Controllare l’udito: il rischio di demenza aumenta per chi soffre di ipoacusia superiore a 25 dB. Le persone con ipoacusia infatti presentano una riduzione delle capacità cognitive proprio per la difficoltà di ascoltare e quindi di elaborare i concetti. Respirare aria pulita: le sostanze inquinanti presenti nell’aria inducono il rilascio di citochine, molecole che regolano la risposta immunitaria ed infiammatoria. In circostanze normali questa risposta è utilissima per proteggere il cervello da “invasori esterni”. L’esposizione cronica all’aria inquinata può provocare una superproduzione di citochine ed un’infiammazione cronica che porta alla morte neuronale.
Potenziare le attività sociali: occupare il tempo libero con attività che richiedono sforzo fisico e mentale: socializzare, conversare, fare volontariato, frequentare un club, ritornare a studiare. Sono attività che migliorano la qualità della vita, il tono dell’umore e le capacità cognitive. Proteggersi dai traumi cranici- I traumi cranici anche lievi provocano una cascata di eventi cerebrali che determinano la produzione e il metabolismo anormali della proteina tau. Questa anomalia porta alla creazione di grovigli – detti neurofibrillari – che soffocano i neuroni uccidendoli e compromettendo i circuiti cerebrali. Effettuare gli screening – Il monitoraggio attento delle proprie capacità cognitive da parte di professionisti permette di individuare la presenza di sintomi precoci e iniziali, al fine di correggere quanto prima eventuali fattori di rischio ed attuare eventualmente un trattamento riabilitativo.