Verona – Un batterio killer misterioso che colpisce il cervello dei neonati ha fatto scattare la chiusura del punto nascite di un ospedale di Verona. Tutto è iniziato dopo il caso di una bambina nata prematura ad aprile dello scorso anno nel reparto di ostetricia di Borgo Trento e poi morta a novembre all'ospedale Gaslini di Genova per un'infezione da batterio che le aveva colpito il cervello. Il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Francesco Cobello, ha annunciato così di avere deciso la chiusura del punto nascite, e di trasferire la Terapia Intensiva neonatale e la Terapia intensiva pediatrica in altri reparti. La perizia – come ha rivelato oggi il quotidiano L'Arena – ha accertato che la piccola è stata uccisa dal citrobacter, infezione contratta nel reparto di ostetricia veronese.
«Ho preso questo provvedimento – ha detto Cobello – per la contemporaneità di casi in modo da evitare qualsiasi rischio di contaminazioni e per procedere ad un nuovo intervento di sanificazione per bonificare la struttura. I casi positivi registrati da noi sono una dozzina, ma solo un neonato risulta colpito dall'infezione. Il Coronavirus insegna che è opportuno e necessario prevenire qualsiasi pericolo, per questo anche i parti non avverranno da noi ma saranno dirottati in altre strutture ostetriche del territorio» ha concluso. Ma cos’è il citrobacter? I Citrobacter sono una famiglia di batteri di cui si sa ancora molto poco. Isolati per la prima volta nel 1932 da Werkman e Gillen che proposero il termine generico Citrobacter e ne descrissero sette specie, sono definiti agenti patogeni opportunistici nell’uomo. Negli adulti possono causare malattie invasive e infezioni del tratto urinario, delle vie respiratorie, della pelle ma nei neonati causano meningite.
La meningite neonatale causata dal Citrobacter è tanto devastante quanto rara. Ancora poco chiare le cause, si tratterebbe di un’infezione nosocomiale, a trasmissione verticale durante il parto attraverso la madre o da parte degli operatori sanitari. Questa infezione causa ascessi intracerebrali e complicazioni tra cui edema cerebrale, meningoencefalite necrotizzante diffusa, ventricolite, cerebrite, empiema, pneumatocefalo, idrocefalo cerebrale e grave insufficienza neurologica e convulsioni. Il tasso di mortalità è del 30%; i bambini sopravvissuti possono rispondere bene alle terapie e guarire senza riportare lesioni cerebrali anche se sono più frequenti i casi di piccoli pazienti che restano con danni irreversibili, ritardi e paralisi cerebrale. Nella maggior parte dei casi di tratta di un’infezione sporadica, sebbene nella letteratura scientifica siano stati descritti focolai.