Roma, 11 giu. – La sensazione continua di affanno, mancanza di respiro, peso sul torace e la paura che arrivino senza preavviso i cosiddetti 'attacchi'. Sono le esperienze di chi soffre di asma grave, che spesso portano all'utilizzo continuo di cortisonici o addirittura costringono a correre al pronto soccorso. Ma c'è spesso anche una sottovalutazione di questa forma grave – con infiammazione di tipo 2 – che colpisce dal 3,5% al 10% delle persone asmatiche: c'è ancora poca consapevolezza sia sulle cause profonde sia sulla pericolosità dei sintomi quando non controllati.
Lo hanno spiegato gli esperti nel corso del webinar "Asma così grave da togliere il fiato", nel corso del quale hanno approfondito diversi aspetti dell'asma grave con infiammazione di tipo 2, le sue complicanze e l'impatto sulla qualità di vita del paziente, adulto e adolescente. "Molte persone che soffrono di asma grave tendono a sottovalutare la propria patologia, intervenendo spesso con cicli di corticosteroidi che, non solo non controllano l'infiammazione, ma spesso producono seri effetti collaterali anche permanenti", ha detto Francesca Puggioni, caposezione ImmunoCenter, vicedirettore medicina personalizzata asma e allergologia, Humanitas Research Hospital.
"Le conseguenze sono – continua l'esperta – riacutizzazioni sempre più frequenti e un rimodellamento delle vie aeree che, a sua volta, comporta una riduzione permanente della funzione polmonare e nuovi attacchi sempre più frequenti e gravi. Un controllo precoce e prolungato dei sintomi è quindi necessario per interrompere questo circolo vizioso che porta all'insufficienza respiratoria e alla perdita di controllo sulla propria vita". I progressi della ricerca scientifica sull'asma – ricordano gli esperti – hanno consentito di determinare come, nel 50-70% dei casi, alla base delle forme gravi vi sia un'infiammazione di tipo 2, dovuta alla reazione del sistema immunitario a fattori scatenanti, quali allergeni, virus o batterie che determina la gravità e la persistenza dei sintomi dell'asma. Si è inoltre compreso che la stessa infiammazione di tipo 2 è la causa 'di fondo' di altre patologie spesso presenti nel paziente con asma grave, come dermatite atopica, poliposi nasale, rinite allergica ed esofagite eosinofila, comorbidità che aggravano ulteriormente il quadro clinico del paziente con asma.
"L'infiammazione di tipo 2, caratterizzata dal rilascio delle citochine IL4, IL-13 e IL-5 – spiega ancora Puggioni – gioca un ruolo centrale nell'asma grave, in quanto queste citochine sono responsabili di una vera e propria cascata infiammatoria alla base dei principali sintomi dell'asma grave". "Poter controllare questa infiammazione grazie a nuove terapie mirate, agendo in particolare sulle citochine IL-4 e IL-13, consente di ridurre i livelli dei marker biologici responsabili dell'infiammazione di tipo 2 – immunoglobuline E (IgE), eosinofili e frazione espiratoria dell'ossido nitrico (FeNO) – e, quindi, di controllare tutti e tre i fenotipi di asma grave oggi conosciuti: allergico, eosinofilico e il fenotipo misto, che si ha quando gli altri due fenotipi sono co-espressi nello stesso paziente. In aggiunta, poter agire su questi meccanismi immunologici, comuni anche ad altre patologie, ci premetterà di controllare non solo l'asma grave, ma anche le comorbidità di tipo 2 spesso coesistenti nel paziente".