La vitamina D è un regolatore del metabolismo del calcio utile nell’azione di calcificazione delle ossa che spesso viene sintetizzata dal nostro organismo, attraverso l’assorbimento dei raggi del sole operato dalla pelle. Una carenza di vitamina D può avere effetti per la salute ed il beneddesre dell’organismo. Ma quali sono i sintomi e le cause di una carenza di vitamina D? La carenza di vitamina D è una condizione alquanto subdola, in quanto tende a palesarsi (con una certa sintomatologia) solo nel momento in cui i livelli di vitamina D sono davvero molto bassi.
I sintomi di una carenza di vitamina D può causare: dolore alle ossa, dolore alle articolazioni, debolezza muscolare, disturbi da fascicolazione muscolare, ossa fragili, che tendono a deformarsi, nei soggetti di giovane età, o a rompersi facilmente, nei soggetti adulti, difficoltà a pensare in modo chiaro e stanchezza ricorrente. Secondo l'Università di Harvard, a livello mondiale, la carenza di vitamina D riguarderebbe circa un miliardo di persone. Ora vediamo quali possono essere le cause di carenza di vitamina D. Tra le cause ci sono: un insufficiente apporto alimentare della vitamina in questione; un'inadeguata esposizione al sole (in particolare ai raggi UVB). Questo può essere riconducibile ad una ridotta attività fisica all'aria aperta, pelle scura, vivere in zone molto distanti, un alterato assorbimento intestinale, la presenza di condizioni mediche, come le malattie epatiche o le malattie renali, le quali compromettono la conversione della vitamina D biologicamente inattiva nella sua forma biologicamente attiva o una terapia a base di farmaci che interferiscono con il normale metabolismo della vitamina D (es: anticonvulsivanti, colestiramina, glucocorticoidi, antifungini, antivirali, medicinali antirigetto ecc.).
Ci sono degli alimenti che si possono inserire e mangiare nella propria dieta per ridurre la carenza di vitamina D, vediamone alcuni. Trota salmonata e salmone: si tratta di due specie appartenenti alla famiglia dei Salmonidae molto diffuse sui banchi delle nostre pescherie. Fonti di omega 3 (acidi grassi dall'azione antinfiammatoria noti per i loro effetti benefici per la salute del cuore) contengono anche buone dosi di vitamina D; pesce spada: fonte di omega 3 e di vitamina D. Quest'ultima è presente in dosi pari a 13,9 μg ogni 100 grammi di parte edibil; sgombro con i suoi 13,8 μg ogni 100 grammi è un'altra buona fonte di vitamina D associata ad acidi grassi polinsaturi omega 3; aringa e sardine: il contenuto di vitamina D di aringa e sardine è simile: 4,2 μg in 100 grammi per la prima, 4,8 μg per le seconde; uova: sono necessarie 2 uova intere per assumere un po' più di 2 μg di vitamina D. A contenerla è solo il tuorlo, dove è presente in concentrazioni pari a 5,4 μg ogni 100 g.;
tonno: rispetto ad altri pesci contiene dosi di vitamina D decisamente inferiori, pari a 1,7 μg ogni 100 grammi nel caso in cui si tratti di tonno fresco. Per chi ama la praticità di quello in scatola, la buona notizia è che questa vitamina non viene persa nei processi di lavorazione; latte: in 100 grammi di latte intero sono presenti 1,3 μg di vitamina D. Non si tratta, quindi, dell'alimento più ricco di questa preziosa vitamina, ma può dare un contributo al suo apporto quotidiano.Anche alcuni formaggi e latticini ne contengono una certa quantità. Ce n'è un po', per esempio, nello yogurt intero e nella feta.