Roma, 12 mag. – "Il numero di sequenze con genoma intero ci dice che il virus è sostanzialmente lo stesso". Così Giuseppe Ippolito, direttore scientifico Inmi Lazzaro Spallanzani, ad Agorà su Rai3. "Che il virus si attenui passando di soggetto in soggetto è una cosa diversa", avverte ricordando che però "servono studi importanti e di lunga dimensione". "Ieri sera avevamo 17mila sequenze in tutto il mondo e queste sequenze dicono che il virus è sostanzialmente conservato, ci sono parolai che non hanno mai visto un virus e giocano con i computer a fare modelli.
Questi li ascriviamo alla categoria pagliacci", dice Ippolito. Quanto al vaccino, "le previsioni più ottimistiche parlano di un vaccino di popolazione nella primavera del prossimo anno. Prima dobbiamo trovarlo, senza saltare le fasi. La ricerca è bella perchè mette tante persone nella condizione di fare scoperte importanti". "Dire che potremo cambiare la nostra la vita perchè prima della fine dell'anno avremo un vaccino questo mi sembra eccessivamente ottimistico.
Poi dietro al vaccino ci sono anche tanti interessi: i vaccini sono uno dei più grandi investimenti che gli Stati fanno sulla sanità pubblica ma anche argomento sul quale si muove tanto business", aggiunge Ippolito.