La dieta per trigliceridi alti prevede sostanzialmente l’applicazione quotidiana di buone norme alimentari. In pratica basta sapere cosa mangiare e cosa evitare seguendo la regola del piatto unico. Ma cosa sono i trigliceridi alti? I trigliceridi sono i principali componenti del tessuto adiposo, ossia molecole di grasso (lipidi) che l’organismo accumula come fonte di energia o come isolante termico andando a proteggerci dalle basse temperature. I trigliceridi non sono quindi da considerare in assoluto come dei nostri rivali anche se, quando i loro livelli nel sangue aumentano eccessivamente, possono comportare rischi gravi soprattutto per il cuore.
La gran parte dei trigliceridi presenti nel nostro sangue proviene dalla dieta; soltanto una minima parte è prodotta dall’organismo, più precisamente dal fegato. I trigliceridi assorbiti dall’intestino e quindi frutto della nostra dieta, vengono trasportati nel sangue da lipoproteine dette chilomicroni, mentre quelli prodotti dal fegato dalle VLDL ovvero “lipoproteine a bassissima densità”. I valori normali dei trigliceridi, a digiuno, sono compresi tra 50 e 150 mg/dl. Se si superano tali livelli si parla di ipertrigliceridemia lieve, grave e molto grave.
La dieta per trigliceridi alti prevede delle regole quotidiane di buona alimentazione ed è per questo che è importante conoscere cosa mangiare e cosa evitare, sia in caso di colesterolo o trigliceridi alti, sia come prevenzione e corretto stile di vita. Per imparare a comporre i pasti in maniera completa e bilanciata, possiamo utilizzare uno strumento molto pratico, il Piatto Sano, sviluppato dall’Università di Harvard, allo scopo di applicare in maniera più semplice i principi della Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea.
La prima metà del piatto deve essere composta in parti uguali da una fonte di carboidrati preferibilmente integrali (pasta, riso, farro, pane, polenta..) e da proteine salutari, che devono essere variate nell’arco della settimana, preferendo la carne bianca, il pesce (in particolare quello grasso e azzurro che, essendo ricchi di Omega-3 riducono i livelli di trigliceridi), i legumi e le uova. La carne rossa e i formaggi vanno limitati, mentre i salumi e gli insaccati andrebbero evitati perché come sappiamo, il loro consumo aumenta il rischio di sviluppare una patologia tumorale.
L’altra metà del piatto dovrebbe comprendere verdure/ortaggi, preferibilmente di stagione, variandone il colore per assumere più vitamine e minerali differenti e la frutta, anche in questo caso scegliendola di stagione e di diverso colore. Per cuocere o condire i piatti è bene utilizzare solo olio extravergine d’oliva, ricco di acidi grassi monoinsaturi, utili a mantenere in salute il cuore. Acqua per idratarsi durante o fuori i pasti. L’alcol è invece un alimento che in generale va limitato nell’assunzione in quanto molto ricco di calorie (1 grammo di alcol apporta 7 kcal) e, a maggior ragione, in presenza di alti livelli di trigliceridi è opportuno ridurne dose e frequenza.
In aggiunta alla semplice acqua è possibile integrare la propria alimentazione anche con tisane, infusi, caffè, caffè d’orzo, tè.. evitando o comunque limitando al minimo l’aggiunta di zuccheri semplici che, come abbiamo detto, sono calorie vuote la cui percentuale giornaliera dovrebbe essere pari a non più del 10% del fabbisogno totale. Il messaggio importante da trasmettere non è “lo zucchero fa male”, ma è il suo abuso ad essere dannoso. Dovremmo quindi preferire quegli alimenti che lo contengono naturalmente come la frutta e il cioccolato fondente, eliminando invece le fonti esclusive di zuccheri come lo sono i succhi di frutta, le bevande gassate zuccherate, gli snack, le merendine confezionate e lo zucchero aggiunto al caffè che può diventare un grande problema quando si assumono molte tazzine nell’arco della giornata.
Anche la birra, se consumata con moderazione, può essere assunta in caso di trigliceridi alti.