Roma, 22 apr. – Non è solo Covid-19 a minacciare gli anziani. "Con l'isolamento li stiamo proteggendo dal coronavirus, ma la perdita di esercizio fisico legata all'essere costretti a stare in casa si sta ripercuotendo sulla loro salute cardiovascolare e metabolica, ma anche sul tono dell'umore, con alterazioni del sonno e aumento di ansia e depressione". Il monito arriva da Raffaele Antonelli Incalzi, direttore del reparto di Geriatria del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, che parlando con l'Adnkronos Salute invita a non sottovalutare i rischi di questi 'arresti domiciliari' per i nostri anziani. "Serve un approccio pragmatico, che tenga conto del fatto che per loro l'attività fisica è come un farmaco", insiste.
"Non c'è ancora un piano per la fase 2? Ebbene, suggerisco di autorizzare le uscite degli anziani con modalità diverse in base alle zone e al rischio contagio – continua Antonelli Incalzi – Nelle regioni con un R0 sotto il valore di 0,7 gli anziani devono poter uscire di casa per fare attività fisica senza limiti, magari con un familiare, adottando misure di distanziamento sociale e dispositivi di protezione in caso di bisogno. Dove è più alto il rischio contagio, devono comunque poter uscire ma entro 1 km da casa e con mascherine e guanti, un po' come prevede il piano francese, che già esiste", aggiunge il geriatra, senza celare una velata critica. E nel Lazio? Gli anziani "dovrebbero poter uscire con le opportune protezioni e rispettando il distanziamento", risponde l'esperto.
"Non possiamo pensare di tenere gli 'over 70' chiusi in casa troppo a lungo – ammonisce – invece dovremmo organizzarci tenendo presente il rischio ambientale, ma anche quello personale: l'età in sè non è un fattore di rischio, ma lo è associata alle malattie croniche. E anche queste ultime peggiorano se non vengono monitorate, risentendo naturalmente dell'inattività forzata e dell'isolamento".
Ecco perchè Antonelli Incalzi sottolinea "la necessità di monitorare nella fase 2 in modo stringente i soggetti anziani con malattie croniche: dopo un'inattività così lunga ci può essere uno scompenso o un'alterazione dei valori. Sarebbe opportuno utilizzare una App che monitora parametri come saturazione dell'ossigeno, frequenza cardiaca e respiratoria, abbinata a un contapassi che ci dica se i valori sono tali a riposo o in movimento. Un'inattività così lunga si farà sentire al momento di tornare in movimento – prevede il geriatra – E sarebbe bene assicurare anche un contatto diretto regolare con il medico di famiglia".
Se poi all'inizio dell'emergenza gli anziani erano spaventati dal virus, "ormai sulla paura prevale il voler uscire. Ci si sente incarcerati, mancano gli affetti familiari. E già stiamo vedendo i riflessi di queste lunghe settimane in casa sul fisico e sulla psiche: anche i pazienti con una demenza lieve sono scompensati, c'è un'inversione del ritmo sonno-veglia e in molti casi abbiamo dovuto rivedere le terapie farmacologiche. Inoltre con l'isolamento e l'aumento di peso sono peggiorati anche problemi come l'ernia del disco. Insomma, i nostri anziani – conclude il geriatra – stanno pagando a caro prezzo il corso dell'isolamento".