Milano, 25 feb. – Marcello Natali, medico di famiglia di Codogno, epicentro dei contagi da nuovo coronavirus in Lombardia, risponde al telefono mentre sta passando in tutta fretta da un ambulatorio all'altro. Sono "giorni di superlavoro" nella zona rossa, racconta all'AdnKronos Salute. "C'è un grosso problema su Codogno e Casale: 8 medici di famiglia sono in quarantena e uno è ricoverato. Considerando la zona rossa e tutto il Basso Lodigiano siamo in 34-35 e stiamo cercando di dare una mano ai colleghi.
Facciamo attività ambulatoriale al posto loro se c'è bisogno, ma nessuno è venuto a dire 'mettiamo qualche medico in più', anche perchè non ce ne sono. Il rischio è che alcune zone restino scoperte e comunque serve un supporto assistenziale". Anche Natali si è messo a disposizione: "Un collega in quarantena mi ha chiesto un aiuto e cerco di coprire io. E' una situazione decisamente complessa. Ci sono grossi problemi anche nella continuità assistenziale, perchè è stata chiusa la postazione di Codogno che serviva anche Casalpusterlengo e i medici sono stati trasferiti su Sant'Angelo Lodigiano e Lodi e quindi possono dare solo consulenza telefonica, diventa impossibile fare il resto. Il rischio è che ci siano paesi scoperti. Castiglione d'Adda non è messa bene per esempio".
"C'è un tavolo a livello milanese, credo si stia chiedendo di fare qualcosa – prosegue Natali – Per fortuna la gente ha reagito con compostezza alla situazione. Sono disciplinati. Quando ho detto ai miei assistiti di venire solo per le cose indispensabili hanno ascoltato. C'è parecchia paura. All'inizio, soprattutto, eravamo sommersi da una marea di telefonate per informazioni, perchè il numero verde ha i limiti che ha e le chiamate sono tante. I cittadini ci chiedono chiarimenti sull'isolamento e molte questioni che pongono sono sul fronte lavorativo, perchè alcuni datori di lavoro chiedono la malattia senza motivazioni. Non va bene e non si può".
"Non dico lo facciano per forza con malizia – prosegue il medico – magari è perchè non hanno capito bene la situazione. Però si sa che dalla zona rossa non si può uscire, peraltro ci sono proprio le pattuglie che impediscono l'accesso, e quindi il lavoratore che deve andare fuori fa un'assenza lavorativa giustificata". Quanto alle misure imposte nel cuore dell'epidemia lombarda di Covid-19, per Natali il sistema "tutto sommato ha senso e mi sembra stia funzionando a far sì che la crescita di casi non sia esponenziale. Vedremo come evolve la situazione". Quello che per Natali serve adesso è "un supporto sul fronte assistenziale. In questo momento, per esempio, non abbiamo più un riferimento all'ospedale di Codogno. Certi casi semplici che prima mandavamo lì non possiamo più inviarli. Diventa tutto più complicato".