Roma, 19 feb. – Medici 'a lezione' sul fumo di sigaretta per saperne di più sui rischi cardiovascolari e sulle possibilità di riduzione del danno. E' questo il 'cuore' del progetto 'Non bruciamo l'albero cardiovascolare', messo a punto con l'obiettivo di fornire, oltre a conoscenze e dati aggiornati sulle patologie legate al tabagismo, una conoscenza più dettagliata sulle evidenze scientifiche degli strumenti alternativi senza combustione. L'iniziativa – presentata questa mattina a Roma e promossa dalla Società italiana di Medicina vascolare e dalla Fondazione italiana vascolare, con il contributo non condizionante di Pmi Science con Philip Morris Italia – prevede 5 incontri locali su tutto il territorio nazionale, che si terranno in diverse città.
Si parte domani da Verona con successivi appuntamenti, fino a giugno, a Roma, Palermo, Cagliari e Catanzaro. "Tutti i promotori del progetto – ha spiegato Enrico Arosio, presidente Sivm – si sono trovati d'accordo sulla necessità di agire per combattere il fumo di sigaretta che, con il suo processo di combustione determina una serie di effetti nocivi sull'organismo umano, in particolare sul sistema cardiovascolare. Per questo abbiamo organizzato una serie di incontri con i medici che, pur conoscendo i problemi legati al fumo, seppure non sempre con dati aggiornati, spesso non conoscono gli strumenti studiati e messi a punto per cercare di limitare il danno da fumo di sigaretta nelle persone che non riescono o non vogliono smettere, come i prodotti a tabacco riscaldato".
Le società scientifiche, inoltre, puntano a realizzare, a conclusione del progetto, continua Arosio, "linee guida relative ai pazienti fumatori con danni all'apparato cardiovascolare, da inserire nei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali. Indicazioni che cercheremo di proporre, successivamente, ai centri anti-fumo, per inserire un ulteriore strumento per un graduale abbandono del fumo, che è poi l'obiettivo finale". In sintesi il progetto 'Non bruciamo l'albero vascolare' punta a: educare sugli effetti del fumo sul corpo umano; sensibilizzare la classe medica sull'impatto del tabagismo e delle malattie ad esso connesse, e sull'importanza dello stile di vita per tutelare la salute individuale e collettiva; informare la classe medica sulle nuove alternative al fumo di sigaretta come opzione per tutti quei fumatori che hanno fallito nel loro tentativo di smettere di fumare; elaborare delle linee guida dedicate al paziente fumatore con problematiche cardiovascolari che possano integrarsi all'interno dei Pdta e che supportino i percorsi all'interno dei centri anti-fumo.
"Le patologie che riguardano l'albero vascolare – ha spiegato Pier Luigi Antignani, presidente Fiv- sono molto sensibili al fumo delle sigarette tradizionali. Dovrebbe essere prioritario smettere. Ma se chi soffre di queste e di molte altre patologie fumo-correlate non vi riesce proprio, è necessario che almeno elimini i composti della combustione, utilizzando dispositivi come le e-cig o il tabacco riscaldato. Non eliminiamo le patologie ma riduciamo i rischi. È importante sottolineare – ha concluso Antignani – come la riduzione del danno non deve sostituire le politiche di prevenzione e controllo, ma integrarle, costituendo una componente diversa dello stesso disegno di politica sociale".