Milano, 18 feb. – Dolce&Gabbana in campo contro l'epidemia di nuovo coronavirus cinese. Con "un'importante donazione a Humanitas University", la maison sostiene uno studio coordinato dall'immunologo Alberto Mantovani, mirato a "chiarire le risposte del sistema immunitario al Sars-CoV-2". L'obiettivo del lavoro, che sarà condotto dall'ateneo meneghino in collaborazione con i virologi Elisa Vicenzi e Massimo Clementi dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è "porre le basi per la messa a punto di interventi diagnostici e terapeutici, contribuendo alla risoluzione di un problema globale".
Le molecole dell'immunità innata con funzioni simili agli anticorpi riconoscono il coronavirus Sars-CoV-2 e svolgono un ruolo protettivo contro l'infezione? Possono costituire indicatori dell'andamento e della gravità della malattia nei pazienti? "Chiarirlo può essere la base per la messa a punto di strumenti diagnostici, come biomarcatori di gravità della patologia, e terapeutici", ritengono gli scienziati guidati da Mantovani, direttore scientifico Humanitas e professore emerito di Humanitas University.
Lo studio – spiegano da Humanitas – mette "a fattor comune, e al servizio della salute di tutti", le competenze sul sistema immunitario del team guidato da Mantovani e da Cecilia Garlanda di Humanitas University, e quelle sui virus di Vicenzi e Clementi dell'università Vita-Salute San Raffaele, che per primi in Italia hanno isolato il patogeno responsabile della Sars. Il finanziamento di D&G al nuovo progetto rafforza la collaborazione già attiva con Humanitas University, che la casa di moda italiana sostiene anche attraverso borse di studio agli studenti di MedTec School, Corso di laurea che potenzia le competenze mediche con gli approcci tecnologici dell'ingegneria, in collaborazione con il Politecnico di Milano. "In questa situazione di emergenza mondiale – evidenzia una nota – il sostegno di Dolce&Gabbana catalizza un'interazione virtuosa di ricerca scientifica fra due grandi istituzioni milanesi a servizio della salute di tutti, in collaborazione anche con l'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, centro di eccellenza del Paese e da sempre in prima linea".
Da anni – ricordano da Humanitas – Mantovani focalizza i suoi studi sui meccanismi dell'immunità innata, la nostra prima linea di difesa contro le infezioni, della quale ha contribuito a scoprire nuove molecole e funzioni: tra queste la famiglia delle pentrassine lunghe, identificata all'inizio degli anni '90 del secolo scorso.
"Questi antenati funzionali degli anticorpi, fra cui PTX3 – precisa l'immunologo – hanno un ruolo essenziale nella resistenza a diverse classi di virus e altri patogeni, da quelli più comuni come l'influenza a citomegalovirus e funghi. Prodotti dal nostro organismo in risposta a un'infezione, riconoscono alcune classi di 'nemici' che entrano in contatto con il nostro corpo e ne facilitano l'eliminazione, segnalandoli ai 'soldati' del sistema immunitario incaricati di affrontarli e distruggerli. La sfida, ora, sarà vedere se queste molecole di difesa presenti nei liquidi biologici (fra cui il sangue) sono in grado di riconoscere il coronavirus Sars-CoV-2 e di svolgere un ruolo di difesa dall'infezione" battezzata Covid-19.
"Sars-CoV-2 appartiene alla grande famiglia dei coronavirus – puntualizzano Vicenzi e Clementi – Alcuni componenti di questa famiglia causano infezioni dell'apparato respiratorio superiore non gravi, mentre altri, come Sars-CoV (il virus della Sindrome respiratoria acuta grave, ndr), Mers-CoV (quello della Sindrome respiratoria del Medio Oriente, ndr) e il nuovo Sars-CoV-2 sono alla base di malattie importanti con elevata mortalità. La capacità di alcuni soggetti infettati di guarire più rapidamente o avere un'infezione meno aggressiva può dipendere da diversi fattori, inclusa la risposta innata che contribuisce a bloccare l'invasione dei virus nelle cellule o a fermare la moltiplicazione virale precocemente dopo l'infezione. Da qui l'idea di testare le molecole dell'immunità innata per verificare la loro attività antivirale e capire in che modo interagiscano con Sars-CoV-2, chiarendo ad esempio se interferiscano con la risposta delle cellule infettate dal virus, con meccanismi anche inaspettati. Questo potrebbe aprire le porte alla messa a punto di strategie utili per i pazienti".
"Sentivamo di dovere fare qualcosa per combattere questo devastante virus che, a partire dalla Cina, sta colpendo l'umanità intera" dicono gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana spiegando così la decisione di destinare una donazione a Humanitas University.
"Di fronte a queste tragedie dalle dimensioni così vaste, ogni azione può sembrare poco rilevante – osservano – Ma quando il professor Mantovani ci ha raccontato la favola africana che narra di un colibrì che, mentre tutti gli altri animali fuggono a causa di un incendio divampato nella foresta, vola nella direzione opposta continuando a portare l'acqua per cercare di spegnere l'incendio, abbiamo capito che comunque valeva la pena fare qualcosa. Anche un gesto piccolissimo può avere un significato enorme. Supportare la ricerca scientifica è per noi un dovere morale, speriamo che il nostro contributo possa essere d'aiuto per risolvere questo drammatico problema".
In questi casi, aggiungono Dolce e Gabbana nella nota in cui viene presentata l'iniziativa, "è importante fare la scelta giusta. E' per questo motivo che abbiamo pensato che Humanitas University fosse l'interlocutore ideale: una realtà speciale per eccellenza e umanità, con la quale abbiamo già collaborato per un progetto di borse di studio".