Il sale fa bene o male alla salute? Un consumo eccessivo può far male alla salute e dare effetti negativi all’organismo. Un consumo eccessivo di sale determina un aumento della pressione arteriosa, con conseguente aumento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale. L’introito di sale è stato, inoltre, associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, quali tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo massimo di 5 grammi al giorno di sale, corrispondenti a circa 2 grammi al giorno di sodio. Considerato che la gran parte del sale che assumiamo (il 64%) proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato (in primo luogo pane e prodotti da forno, formaggi e salumi) o è naturalmente presente in alcuni alimenti e che limitare il sale aggiunto a casa, in cucina e a tavola, sebbene fondamentale, influisce soltanto in parte (per il 36%) sui consumi quotidiani, la sfida è da un lato sensibilizzare i consumatori sulla possibilità di ridurre il consumo domestico, dall’altra promuovere presso l’industria alimentare la riduzione del contenuto di sale nei prodotti trasformati.
E’ importante per il raggiungimento dell’obiettivo, favorire la diffusione di messaggi di sensibilizzazione che coinvolgano l’intera comunità, dagli organi di governo ai singoli cittadini, passando attraverso i professionisti della salute, l’industria e il settore della ristorazione. Tutti i soggetti della filiera agro-alimentare (artigiani, piccole imprese, grande industria, catene di distribuzione) dovrebbero rafforzare le azioni volte a ridurre il contenuto di sale in eccesso (cioè “non necessario”) nei prodotti in commercio.