In occasione della Giornata Mondiale della Malattia di Alzheimer, la Società Italiana di Neurologia (SIN) diffonde consigli concreti su come cercare di prevenire la più comune forma di demenza e su come relazionarsi con i propri cari affetti da questa patologie.
La ricerca di farmaci per bloccare l’evoluzione o far regredire l’Alzheimer ancora non ha dato risultati importanti se non quelli di mitigare un pò i sintomi. Per ora è la prevenzione l’unica arma che sia per contrastare questa malattia che colpisce circa 40 milioni di persone nel mondo di cui 1 milione solo in Italia. A fare il punto sono i neurologi e le associazioni di pazienti in occasione della giornata mondiale della malattia di Alzheimer che si è celebrata ieri. Oggi l’unico vero strumento per contrastare la malattia di Alzheimer – spiega la società italiana di neurologia – rimane la prevenzione riducendo i fattori di rischio per le patologie vascolari con uno stile di vita sano con attività fisica regolare e un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti come quella della dieta mediterranea. Tuttavia nonostante la sua sempre maggiore diffusione molta gente ha idee errate sull’Alzheimer. Secondo il rapporto mondiale l’atteggiamento verso la demenza diffuso nel nostro paese da federazione Alzheimer Italia due persone su tre e il 62% del personale sanitario pensano ancora che la demenza sia conseguenza del normale invecchiamento.
Che cos’è il morbo di Alzheimer ?
Il morbo di Alzheimer è un tipo di demenza che provoca problemi con la memoria, il pensare e il comportamento. Generalmente, i sintomi si sviluppano lentamente e peggiorano con il passare del tempo, diventando talmente gravi da interferire con le attività quotidiane. La malattia prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che per la prima volta nel 1907 ne descrisse i sintomi e gli aspetti neuropatologici. All’esame autoptico, il medico notò segni particolari nel tessuto cerebrale di una donna che era morta in seguito a una insolita malattia mentale. Infatti, evidenziò la presenza di agglomerati, poi definiti placche amiloidi, e di fasci di fibre aggrovigliate, i viluppi neuro-fibrillari. Nei pazienti affetti da demenza di Alzheimer si osserva una perdita di cellule nervose nelle aree cerebrali vitali per la memoria e per altre funzioni cognitive. Si riscontra, inoltre, un basso livello di quelle sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori e sono quindi coinvolte nella comunicazione tra le cellule nervose.
I dieci sintomi principali
Amnesia anterograda: dimenticanze e disturbi di memoria soprattutto per i fatti più recenti
Aprassia: difficoltà a eseguire compiti noti come allacciarsi le scarpe o abbottonarsi che non dipendono da disabilità fisiche
Agnosia: difficoltà a riconoscere gli oggetti di uso comune e le loro funzioni
Anomia: difficoltà a dare un nome alle cose comuni che vengono però riconosciute
Disorientamento spaziale: confondere luoghi familiari
Disorientamento temporale: sbagliare il mese, la stagione o l’anno
Acalculia: difficoltà nel compiere operazioni logiche o matematiche relativamente semplici che possono comportare per esempio il fatto di dover contare e ricontare i soldi
Smarrire oggetti: tendenza a perdere continuamente le cose dimenticandole nei luoghi più strani (chiavi in frigorifero, biancheria in cucina)
Cambiamenti dell’umore o della personalità: tendenza a diventare confusi, sospettosi, depressi, timorosi, ansiosi, turbati
Apatia: perdita di iniziativa e di interesse per se stessi, gli altri e l’ambiente in generale
Come si cura?
Nonostante i progressi in campo farmacologico al momento non esistono farmaci in grado di bloccare il progredire della malattia di Alzheimer. Attualmente sono disponibili farmaci detti “sintomatici”, cioè hanno dei benefici sui sintomi della malattia. Lo scopo di questi farmaci, insieme ai supporti non farmacologici è quello di ridare una vita dignitosa al malato e serenità all’ambiente familiare. Oggi l’unico vero strumento per contrastare la malattia di Alzheimer rimane la prevenzione, prima di tutto attraverso la riduzione dei fattori di rischio per le patologie vascolari quali ipertensione, diabete, obesità, fumo, scarsa attività fisica che si è visto contribuiscono anche ad aumentare le possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. Come? Attraverso uno stile di vita sano che contempli regolare attività fisica e un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti come la dieta mediterranea. Dati recenti indicano una tendenza alla riduzione dell’incidenza della malattia nei Paesi industrializzati, proprio per il maggiore controllo dei fattori di rischio vascolare.