Diabete, “Ipoglicemia parliamone”: ecco come ridurre ansia per malattia. Il dialogo in famiglia può ridurre l’ansia per la malattia. Gli episodi di ipoglicemia, ovvero di eccessiva riduzione della quantità di zucchero nel sangue, hanno un impatto negativo su molti aspetti della vita.
Gli episodi di ipoglicemia nella vita quotidiana dei pazienti con diabete, in particolare sull’attività lavorativa, sulla vita sociale, sulla pratica sportiva e sulle attività del tempo libero, tanto che, in Italia, 6 persone con diabete su 10 vivono con la preoccupazione di incorrere in episodi di ipoglicemia. Grazie al progetto internazionale TALK-HYPO, che ha previsto la somministrazione di un questionario a 4.300 familiari di persone con diabete in 9 Paesi, Italia compresa, e i cui risultati sono stati recentemente pubblicati su Diabetes Therapy, è emerso che gli episodi di ipoglicemia non preoccupano solo le persone con diabete, ma anche i loro familiari (64 per cento).
Nonostante ciò, solo il 34 per cento degli intervistati ha riferito di avere conversazioni regolari (una volta alla settimana o più spesso) sull’ipoglicemia con la persona con diabete a loro vicina, mentre la maggioranza degli intervistati ha concordato che avere più conversazioni sull’argomento probabilmente avrebbe un impatto positivo sulla vita delle persone con diabete. Proprio per approfondire questo aspetto, Novo Nordisk ha chiesto a persone con diabete e ai loro parenti più stretti, in stanze separate e davanti a una telecamera, le loro esperienze e le sensazioni provate durante gli episodi di ipoglicemia. La soluzione più semplice che queste persone hanno riportato per contrastare l’impatto delle ipoglicemie è stata di parlarne.
I filmati realizzati sono disponibili sul sito www.ipoglicemiaparliamone.it insieme a materiali informativi utili per stimolare il dialogo sull’ipoglicemia sia in famiglia che con i medici. “Per coloro che sono in terapia insulinica, l’ipoglicemia rappresenta una vera e propria sfida, tant’è che il 46,5 per cento riporta uno o più episodi in un mese. Diversi studi hanno documentato che le preoccupazioni legate alla possibile comparsa di ipoglicemie possa portare a una eccessiva cautela nell’evitare oscillazioni glicemiche, avviando le persone con diabete a un percorso di peggioramento del compenso. Questa paura può infatti portare la persona con diabete ad aumentare volontariamente l’assunzione di cibo o modificare la dose di insulina” afferma Simona Frontoni, Professoressa di Endocrinologia, Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina, Università di Roma Tor Vergata “Le informazioni raccolte dallo studio TALK-HYPO possono rappresentare una risorsa importante anche per gli operatori sanitari.
È infatti emerso che, attraverso conversazioni tra operatori sanitari e familiari è possibile ridurre l’onere e il rischio di ipoglicemia, come anche dichiarato da 9 intervistati su 10, confermando l’importanza di coinvolgere i membri della famiglia nella gestione del diabete”, conclude. “Le ipoglicemie sono responsabili di costi diretti e indiretti importanti. Sulla base di uno studio condotto in Italia e pubblicato l’anno scorso su Diabetes Therapy, per le sole persone con diabete tipo 1 e tipo 2 trattate con insulina, si stima un costo annuale legato alle ipoglicemie di circa 145 milioni di euro, dovuti da accessi al pronto soccorso, ricoveri in ospedale, ambulanza, visite mediche, strisce per automonitoraggio.
In realtà l’importo complessivo è molto maggiore, perché questa stima non considera le ipoglicemie indotte da farmaci orali, che sono molto frequenti soprattutto nella popolazione anziana. Ai costi diretti vanno poi aggiunti i costi indiretti provocati dagli episodi di ipoglicemia, legati a perdita di produttività e assenteismo dal posto di lavoro sia delle persone con diabete sia dei familiari che le assistono”, dichiara Antonio Nicolucci, Direttore Coresearch – Center for outcomes research and clinical epidemiology, che aggiunge “Nell’indagine TALK-HYPO un familiare su tre ha dichiarato che a causa delle ipoglicemie del proprio caro dorme meno, mentre uno su quattro deve ridurre l’orario di lavoro, evidenziando come l’ipoglicemia non abbia un impatto solo sulla produttività del malato, ma anche sui suoi familiari. In definitiva, considerando che i costi indiretti rappresentano circa il 50 per cento dei costi totali, come documentato dallo studio HYPOS condotto in Italia, la spesa complessiva annuale attribuibile alle ipoglicemie supera largamente i 500 milioni di euro”.
“Dalla mia esperienza quotidiana, posso confermare che in famiglia si discute poco dell’ipoglicemia. La persona con diabete è restia a parlarne principalmente perché non vuole far preoccupare i familiari, ma anche il senso di colpa, che scaturisce dall’idea che l’ipoglicemia sia insorta a causa di un suo errore nella gestione del diabete, gioca un ruolo importante” afferma Daniela D’Onofrio, moderatore di Portale Diabete “D’altra parte, i parenti non vogliono mancare di rispetto facendo troppe domande, generando in realtà un’incomprensione perché spesso questa discrezione viene vissuta dalla persona malata come mancanza di interesse. Sicuramente, parlare di ipoglicemie può aiutare a superare il problema e alleggerire il peso che comporta all’interno della famiglia”.