I farmacisti italiani a scuola per diventare sentinelle epidemiologiche del mal di testa a Stresa Headache 2019. Con un’adeguata formazione i farmacisti possono diventare un punto di riferimento nelle cefalee e un argine all’abuso di farmaci e all’autocura con analgesici da
banco che porta alla MOH, acronimo di medication overuse headache cioè mal di testa da abuso di farmaci, a cui segue una pericolosa spirale di progressivo peggioramento e cronicizzazione che, oltre a generare un lungo e difficoltoso percorso di riabilitazione, determina un costo totale medio di 11.340 € l’anno per persona. Grazie alla distribuzione capillare sul territorio e ai continui contatti con un variegato spettro di persone i farmacisti possono suggerire il farmaco sintomatico più adatto e, se necessario, esortare il paziente a rivolgersi al medico o allo specialista di un Centro Cefalee svolgendo una funzione di ago della bilancia nel trattamento del mal di testa, dispensando consigli e non solo farmaci, soprattutto nei numerosi casi in cui manca una diagnosi definita.
Un corso per i farmacisti italiani: Lo racconta nella mattinata di giovedì 23 maggio durante la sessione sull’epidemiologia delle cefalee del congresso STRESA HEADACHE 2019, la Professoressa Paola Brusa dell’Università di Torino riportando i dati di uno studio condotto sui farmacisti di 19 regioni italiane (mancano solo quelli della Calabria) che, con l’imprimatur della FOFI (Federazione Italiana Farmacisti) e della FICEF (Fondazione Italiana Cefalee), ha seguito per 6 mesi 610 farmacisti che hanno aderito su base volontaria a un corso online nazionale con esame finale per poter compilare un apposito questionario anonimo da proporre a chi chiedeva farmaci per mal di testa.
In farmacia ci vanno le donne: “E’ risultato che a rivolgersi alla farmacia sono soprattutto donne (74%) con una scolarità medio-alta (75%) per lo più residenti al Nord (84%) e un’età media di 45 anni. In tutta Italia le cefalee croniche, cioè con almeno 45 giorni di mal di testa negli ultimi 3 mesi, colpiscono soprattutto loro (7,9% contro il 5,4% dei maschi), mentre l’abuso di farmaci è sopratutto del sesso forte (18,8% rispetto al 14,9%). Diagnosi definita: dai 4.424 moduli raccolti emerge che in molti pazienti manca una diagnosi definita del tipo di cefalea e ciò sottolinea come siano ancora pochi quelli che si affidano a uno specialista o a un Centro Cefalee- precisa la Brusa- Nel nostro studio la frequenza di diagnosi definita è risultata significativamente maggiore fra chi aveva un livello di scolarità universitario, sia a Nord che a Sud.
Pazienti disinformati: “Un dato preoccupante emerso –sottolinea Giovanni Battista Allais del Centro Cefalee dell’omonima università e secondo autore dello studio- è il fatto che i pazienti vadano in farmacia per il loro mal di testa per lo più quando hanno attacchi intensi, ma solo un terzo di loro sa che da oltre 25 anni esistono i triptani e quindi non usa questi farmaci che invece sono ormai di riferimento nelle cefalee, continuando ad impiegare quelli vecchi e aspecifici. Mancata profilassi nell’era della super-profilassi: Il problema di fondo principale–sottolinea il Presidente del Congresso di Stresa Gennaro Bussone– è il fatto che i pazienti che non vanno dal medico curandosi da soli, perdono l’opportunità di usufruire della terapia di profilassi di cui potrebbero giovarsi grazie alla consultazione medica. Un atteggiamento che nella nuova era dei cosiddetti farmaci anti-CGRP in cui siamo da poco entrati è ancor più grave. Questi nuovi farmaci monoclonali impediscono infatti l’attivazione del sistema trigeminale CGRP (Calcitonine Gene Related Peptide, cioè peptide correlato al gene della calcitonina) che svolge un ruolo chiave nella modulazione del dolore e nella vasodilatazione cranica che accompagna l’emicrania.
Vaccino mal di testa: La distribuzione di questi farmaci, a cui è stato popolarmente attribuito l’appellativo di vaccino del mal di testa mentre in realtà si tratta di una sorta di immunizzazione profilattica, non sarà di competenza dei farmacisti di comunità in quanto il suo impiego spetterà ai soli Centri Cefalee, ma il farmacista svolge comunque un ruolo importante sia per informare il paziente di questa nuova opportunità terapeutica di cui parliamo ampiamente al convegno di Stresa, sia per indirizzarlo verso i Centri Cefalee ove tale trattamento sarà adottato”.