L’allergia alimentare è una reazione anomala che si sviluppa per una risposta immunitaria specifica e riproducibile all’ingestione di un determinato alimento. Per allergia si intende intolleranza agli alimenti. Ma vediamo quali sono i sintomi, la diagnosi e gli alimenti.
Qualche volta è effettivamente causata da una reazione allergica, ma in altri casi è causata da: difetto del metabolismo degli zuccheri (es. fruttosemia); carenze di enzimi digestivi (es. deficit di lattasi); effetti tossici dell’alimento da contaminazione (es. anisakis, parassita presente nel pesce crudo o poco cotto, muffe); intolleranza al glutine (malattia celiaca); idiosincrasia (reazione anormale in relazione alla quantità di cibo, agli additivi alimentari). Se il bambino nasce con una forte predisposizione familiare allergica, le proteine contenute negli alimenti più frequentemente assunti dalla mamma che allatta o dal bambino con le pappe (come per es. il latte di mucca, le uova, il pesce, il pomodoro, il grano, etc.) possono sensibilizzare il bambino e provocare reazioni allergiche.
Le proteine del latte vaccino sono le prime da tenere sotto controllo in quanto le formule artificiali che sostituiscono il latte materno sono a base di latte di mucca. In seguito, numerosi altri alimenti possono causare allergia; i più frequenti sono: l’uovo, il grano, la soia, con la crescita anche il pesce (merluzzo, trota, sogliola), alcuni tipi di frutta a guscio e legumi (noce brasiliana, mandorle, nocciole, arachidi). L’80% dei bambini non sviluppa allergia a più di due alimenti contemporaneamente. Come si manifesta l’allergia alimentare? Nella maggior parte dei casi le reazioni sono immediate e sono quelle più temibili in quanto compaiono da pochi minuti a due ore circa dal pasto che contiene le proteine allergizzanti. Le manifestazioni di allergia alimentare possono essere a carico dell’apparato digerente: vomito, dolori addominali, scariche diarroiche, che compaiono dopo l’assunzione di un alimento (come latte di mucca o uovo) e fanno sorgere il sospetto di allergia alimentare.
È bene sottolineare, tuttavia, che questi sintomi non sono affatto specifici: molto spesso dipendono da altre malattie gastrointestinali come la gastroenterite acuta infettiva o altre malattie infiammatorie intestinali. Tra le manifestazioni cutanee di allergia alimentare, la dermatite atopica del primo anno di vita può essere aggravata da un’allergia agli alimenti in una minoranza di casi. Anche in questa evenienza, l’osservazione della mamma ha un ruolo estremamente importante nella valutazione clinica: come pensare, ad esempio, che qualche alimento sia la causa della dermatite se la pelle migliora e diventa quasi normale al mare – come spesso accade – sebbene il bambino continui a mangiare più o meno gli stessi alimenti?
È bene invece pensare ad un’allergia alimentare quando l’eczema compare o si aggrava tutte le volte in cui il bambino assume un determinato cibo. Nel dubbio, sarà comunque opportuno ricorrere ai test diagnostici. L’orticaria (e l’angioedema), a differenza di quanto comunemente si pensa, è causata da allergia ai cibi in meno del 5% dei casi. Talvolta, ma si tratta di eventualità ben poco frequenti, la rinite e l’asma bronchiale possono essere causate da allergia alimentare. Il sintomo più temibile è lo shock anafilattico, reazione generalizzata causata dal contatto con l’alimento a cui il bambino è allergico. Fortunatamente il pallore e la riduzione della pressione sono preceduti da manifestazioni cutanee come orticaria/angioedema, rinite, asma bronchiale, spasmo laringeo. Se non si interviene prontamente con un adeguato trattamento salvavita, il collasso cardio-circolatorio può aggravarsi e talvolta condurre al decesso.
Come si fa la diagnosi? La diagnosi si basa prevalentemente su di una storia clinica accurata (la familiarità, una descrizione accurata dei sintomi, l’intervallo tra assunzione dell’alimento e la comparsa di segni clinici) e su di un altrettanto accurato esame obiettivo del bambino. Per confermare il sospetto di allergia nei confronti dell’alimento considerato, la prima cosa da fare è quella di praticare le prove cutanee con il metodo della puntura della pelle con lancetta (prick test). Il test consiste nell’applicare sulla cute dell’avambraccio una goccia di estratto dell’alimento, nel pungere la goccia con una lancetta e nell’osservare la reazione locale. Quando il sospetto diagnostico cade su alimenti come frutta e verdura, per il test cutaneo è preferibile utilizzare gli alimenti freschi mediante il cosiddetto "prick by prick". Nel caso di situazioni che impediscono l’esecuzione delle prove cutanee (pelle molto irritata o molto reattiva o nel caso in cui non si possa sospendere la terapia con antistaminici che interferisce con il risultato delle reazioni cutanee) può essere opportuno, a completamento dell’iter diagnostico, ricorrere alla ricerca nel siero di anticorpi IgE specifici per gli allergeni che si sospettano come causa dei sintomi allergici.