Hai carenza di ferro? Mangia tanti spinaci! Gli spinaci non sono una buona fonte di ferro per l’organismo. Infatti, gran parte del ferro in essi contenuto è inutilizzabile come nutriente perché presente insieme a sostanze che ne inibiscono l’assorbimento nell’intestino.
La credenza popolare che gli spinaci siano un’ottima fonte di ferro è, probabilmente, dovuta in parte alla larga diffusione mediatica che hanno avuto alcune pubblicità e cartoni animati. Lo sostiene in una nota l’Istituto Superiore di Sanità. "Il ferro è il minerale più abbondante del nostro organismo – si legge nella nota dell’ISS – e gioca un ruolo decisivo nella formazione dei globuli rossi. I valori consigliati di assunzione sono pari a 10 mg al giorno per adulti maschi e anziani e a 18 mg per le donne durante tutto il periodo dell’età fertile. Si stima che nel mondo circa 2 miliardi di persone (più del 30% della popolazione mondiale, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo) siano anemici e, buona parte di questi, a causa della carenza di ferro.
In questi casi è consigliabile, dietro consiglio del medico, una dieta che supplementi la carenza di ferro. Il ferro è presente negli alimenti in due forme chimiche; una più facilmente assimilabile è contenuta in abbondanza nella carne e nel pesce, mentre quello presente nei vegetali e nelle uova non si assimila facilmente. Inoltre, il ferro contenuto negli spinaci, anche se abbondante (2,9 mg di ferro per 100 grammi di prodotto fresco non bollito)(4), non può essere utilizzato dall’organismo a causa della presenza di sostanze che impediscono il suo assorbimento. Tali sostanze, però, possono essere inattivate con la cottura.
Inoltre, la vitamina C e, più in generale, gli alimenti acidificanti come il limone, ne migliorano comunque l’assorbimento. Gli spinaci, comunque, rappresentano una buona fonte di vitamine, acido folico (utile al sistema immunitario, alla produzione di globuli rossi e a favorire il rinnovamento delle cellule) e cellulosa (che aiuta l’intestino a svolgere correttamente il suo “lavoro”)".