Roma, 6 mar. – Il risparmio al tempo del coronavirus è sotto attacco e la paura del Covid-19 sta contagiando gli investitori, accelerando le vendite sui listini che vertono sempre più in negativo. L'ultima settimana di febbraio si è chiusa con un rosso superiore all'11% per Piazza Affari e gli andamenti per ora non sembrano offrire prospettive rosee. Insomma, l'atmosfera generale è quella di panico. Da un punto di vista di salute pubblica, le misure cautelative e i consigli degli esperti di epidemiologia ci aiutano a navigare in questo contesto difficile e inusuale, ma come muoverci sul fronte risparmi?
Un aiuto in questo senso, si legge nell'Osservatorio di Moneyfarm, ci viene dalla finanza comportamentale, ovvero quella parte di studi economici che analizza le decisioni di investimento dei risparmiatori ma soprattutto ci viene incontro per comprendere meglio quali sono i comportamenti da evitare in questo momento. Agire di impulso e farsi prendere dal panico sono gli errori più comuni che si commettono in situazioni del genere ma sono anche quelli che fanno maggior danni ai nostri risparmi. Daniel Kahneman, insignito del premio Nobel nel 2002 e pioniere dell'economia comportamentale, è stato il primo con Amos Tversky, a documentare uno degli errori cognitivi più frequenti ovvero l'avversione alle perdite.
La maggior parte delle persone infatti tende a percepire le perdite con maggiore intensità rispetto ai guadagni. Questa tendenza a preferire di evitare una perdita piuttosto che un guadagno di equivalente valore guida erroneamente i risparmiatori in situazioni di mercato instabili, come quelle che stiamo vivendo in questi giorni. I ribassi dei titoli spaventano la nostra razionalità e la lucidità lascia il posto all'ansia da coronavirus, portando molti risparmiatori a disinvestire, aspettando tempi migliori.
Ma quanto costa lasciarsi prendere dalla paura? L'Osservatorio di Moneyfarm ha paragonato l'andamento di due portafogli (identici) di due investitori che hanno adottato due comportamenti diversi: 1) investitore che è uscito in concomitanza delle quattro principali flessioni dei mercati (11 settembre, Sars, etc) degli ultimi dieci anni per poi rientrare dopo le rispettive riprese; 2) investitore che non ha mai disinvestito perchè ha preferito lasciar passare le tempeste sui mercati. L'assenza del rimbalzo che è avvenuto dopo le cadute durante il periodo considerato, ha portato al portafoglio soggetto ai disinvestimenti un rendimento inferiore del 35% rispetto a quello del portafoglio che è rimasto sempre investito. In pratica, non è servito a niente evitare le perdite nel breve termine: uscire dai mercati in questo caso ha portato alla perdita di circa il 60% della crescita del portafoglio. I mercati sono imprevedibili e fluidi per natura e fare market timing, ossia intercettare il momento giusto per entrare e uscire dai mercati, è una scelta rischiosa per i propri risparmi.
A meno che non si sappia esattamente quando rientrare nei mercati, è dimostrato che rimanere investiti durante le flessioni dei mercati premia la fiducia dei risparmiatori. Movimentare in questo momento i propri investimenti, non è quindi la scelta migliore: il quadro economico nel lungo termine è quello di una normalizzazione della crescita nel mondo. Non è mai piacevole vedere la volatilità del portafoglio ma proprio in questi momenti, bisogna evitare mosse azzardate e focalizzare l'attenzione sui propri obiettivi di lungo termine.
Come abbiamo visto, i cali di mercato fanno parte della normalità e sono sempre da mettere in conto. Nessuno sa dire tra quanti giorni i mercati ripartiranno, ma di sicuro ripartiranno. Alla base di tutto c'è una pianificazione attenta e consapevole, evitando di lasciarsi contagiare da pessimismo, paura e ansia. Per questo la scelta di rimanere investiti, è il miglior vaccino per i nostri risparmi al tempo del coronavirus.