Modica – Modica non sarà uno dei 120 comuni italiani in cui verrà testata la nuova tecnologia 5G che tra qualche mese dovrebbe entrare in funzione, insieme ai dispositivi compatibili. Lo ha decretato la Giunta che con apposita delibera si è opposta alla richiesta di utilizzare il territorio modicano per sperimentare questa nuova tecnologia che prevede di arrivare a 10-50 Gigabit al secondo entro due anni e 100 Gigabit entro il 2025, contro 1 Gigabit dell’attuale 4G adottato in Italia.
“Questa Amministrazione – commenta il Sindaco – è da sempre sensibile alla tutela della salute della propria comunità e dell’ambiente circostante ed intende farsi promotrice di azioni concrete tese al controllo circa l’indiscriminata ed incontrollata proliferazione di antenne e stazioni radio base sul territorio comunale. Per tale motivo abbiamo espresso indirizzo contrario alla sperimentazione del 5G sul territorio in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, pendendo a riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo.
Piuttosto siamo dell’idea di promuovere soluzioni tecnologiche sicure e a basso impatto ambientale e sanitario, quali il cablaggio al posto del pericoloso wireless, cominciando dai luoghi maggiormente sensibili di permanenza continuativa delle persone più a rischio (scuole, ospedali, uffici pubblici). In base ad alcuni, accreditati studi scientifici, è stato dimostrato il pericolo concreto di danni alla salute umana derivanti dalle radiazioni RF. Tra questi alterazione del ritmo cardiaco, modificazione dell’espressione genica, alterazione del metabolismo. sviluppo alterato delle cellule staminali e cancro nei casi più gravi.
Per tutti questi motivi abbiamo deciso di negare l’autorizzazione aspettando ulteriori approfondimenti da parte di ASL e ARPA anche con l’ausilio del mondo accademico universitario e degli istituti di ricerca indipendenti, affinché promuovano un sistema di monitoraggio ambientale e sanitario in merito a possibili effetti indesiderati della tecnologia 5G sulla popolazione nelle aree individuate per l’eventuale installazione degli impianti”.