MODICA (RG) – Dicembre dà il via alla nuova stagione di prosa del Teatro Garibaldi di Modica. Dopo la pausa forzata dovuta alle restrizioni per il covid, la Fondazione invita il suo pubblico, con lo slogan di “torniamo ad emozionarci in teatro”, ad assistere ad un cartellone ricco di sorprese e grandi nomi, che promette di appassionare, ed appunto di emozionare, grazie all’arte affascinante del teatro di prosa.
Novità di quest’anno è la doppia replica di ogni spettacolo, così da poter permettere agli abbonati e ai singoli spettatori di scegliere più facilmente tra le date ed i posti. Questo mercoledì 1 e giovedì 2 dicembre, alle ore 21, il primo doppio appuntamento, che porta in scena lo spettacolo prodotto dal Teatro Biondo di Palermo “Il Cavaliere Sole” di Franco Scaldati, dove ha debuttato lo scorso 19 novembre in prima nazionale e con un grande successo. Un progetto di Enzo Venezia, che ne cura anche scena e costumi, e di Mario Incudine, che propone delle musiche originali. La regia è firmata da Cinzia Maccagnano e in scena c’è un cast formato da eccellenti artisti siciliani: Serena Barone (Lucia/Delicata), Paride Benassai (Settimo), Gino Carista (Il Cavaliere Sole), Mario Incudine (Giovanni/Giovane), Egle Mazzamuto (Fanciulla), Antonio Pandolfo (Bartolo), Salvo Piparo (Angelo/Salamone) e dei musicisti Salvatore Clemente, Lavinia Mancusi, Michele Piccione, Antonio Vasta.
L’opera di Scaldati, eclettico poeta di Palermo, presenta personaggi ingenui e strampalati, che si esprimono in una dimensione che sembra onirica, in cui le parole, gli scherzi e le canzoni fanno incontrare la dimensione del reale, fatta di duro lavoro, come quello autobiografico del sarto, con la dimensione magica, in cui gli animali sono personificati, e interagendo tra di loro portano lo spettatore verso un viaggio diretto alla ricerca di “un giardino incantato dove non si muore mai”. La poesia dei versi dell’autore prende vitalità anche grazie alle musiche originali scritte da Mario Incudine. Per Enzo Venezia, così come per il poliedrico musicista, “il segno forte da utilizzare, per meglio esprimere la poesia di Scaldati, è l’espressione fonica, il suono della sua lingua e la musicalità insita nella sua scrittura drammaturgica”. E la scena in cui si esprime tutto è una Palermo che con le sue luci e le sue ombre è raccontata come luogo eterno, in cui la memoria dei luoghi simbolo della città si incontra con il cambiamento e la trasformazione, non mutandone però il valore simbolico. Riprendendo le parole di Venezia, “Il Cavaliere Sole racconta l’anima di Palermo, i suoi personaggi esprimono verità e sospensioni tipiche dello spirito e dell’identità del nostro territorio. Tutto questo è raccontato col candore di chi agisce quasi senza sapere, una dimensione poetica che è diventata corpo e memoria della città.
La scena è uno spazio senza tempo, dove la lingua e il suono della poesia di Scaldati trovano la maggiore amplificazione possibile. Ho pensato”, continua Venezia, “a un silenzio figurativo, un territorio non connotato da segni identificativi, dove gli attori agiscono come abitanti di un pianeta sconosciuto, che ha solo la luna come riferimento geografico, alla quale sembrano volersi e doversi legare per una necessaria concretezza”. La regista Cinzia Maccagnano racconta di vivere il viaggio nell’opera di Saldati come “un sogno senza sonno, dove conduco e sono condotta, in uno scambio continuo con la compagnia di attori palermitani che lo hanno conosciuto e vissuto”. La messinscena del particolare testo trascina lo spettatore in una dimensione onirica, in cui ogni cosa trova il suo doppio, opposto ma unito allo stesso tempo, in cui gli elementi compaiono e scompaiono, proprio come in un sogno, dove tutto può coesistere grazie al racconto ed all’interpretazione magistrale degli attori. “Ritorniamo in teatro, ritorniamo ad emozionarci, ma soprattutto torna il pubblico – spiegano Ignazio Abbate e Tonino Cannata, presidente e sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi – Si riparte e lo si fa con un grande spettacolo che tra l’altro segna l’avvio, quest’anno, della collaborazione con il Teatro Biondo di Palermo che si aggiunge alla ormai consolidata collaborazione con il Teatro Bellini di Catania. Puntiamo su un’offerta culturale che continua ad essere il punto di riferimento culturale nel Sud Est siciliano. E quest’anno lo è ancor di più visto che abbiamo avviato per la prima volta la doppia replica di ogni spettacolo con l’obiettivo di consentire agli spettatori di poter fruire delle rappresentazioni teatrali nel miglior dei modi, soddisfacendo le varie richieste anche per la scelta dei posti”.