“Dobbiamo abituarci a convivere con il virus. È possibile”. Come? “Il vaccino è più o meno efficace a seconda della forza immunitaria del soggetto. La mia proposta è di lavorare sugli aspetti immunitari diversi fra noi.
Rendere obbligatorio con scadenze a tre o sei mesi un test per verifiche sugli anticorpi. In questo modo sapremo se hai bisogno di un vaccino ogni tre o sei mesi”. E’ la ‘ricetta’ illustrata da Robert Redfield, fino a pochi mesi fa a capo dei Cdc (Centers for Disease Control) statunitensi e protagonista dall’inizio, con Anthony Fauci, della lotta alla pandemia, oggi consulente anti-Covid del governatore del Maryland, in un’intervista a ‘Repubblica’. “Calcolo il livello minimo di resistenza – spiega Redfield – fra i 300-500 anticorpi, senza altre patologie. A quota 1.000 anticorpi si è molto più sicuri. Che i suoi lettori facciano subito un test degli anticorpi per capire su che livello sono e se devono fare subito un booster che può riportare fino a circa 2.500 e oltre. Attenzione, Omicron non è più pericolosa, è solo più rapida, ha maggiori capacità di contagio, può spaventare. Evitiamo il caos, puntiamo alla convivenza controllata col virus. L’obiettivo è la normalità, non si può tornare indietro. E possiamo farcela”. Il vaccino, sottolinea lo scienziato, “va fatto punto e basta. Lo devono fare tutti, poi si procederà con protocolli di intervento più mirati. Se lei ha già fatto il terzo si prepari a fare il quarto fra qualche mese e poi un quinto. Mai abbassare la guardia, tenere alto il livello di anticorpi e abituarsi a questa nuova normalità”.
Redfield racconta di “non aver mai creduto all’immunità di gregge, in cui all’inizio credeva il mio amico Fauci. Sono un virologo, ho combattuto l’Aids in laboratorio e ho capito una cosa: per battere un virus occorre affidarsi anche all’istinto, essere creativi, giocare d’anticipo. Fauci preferisce ricevere più statistiche e informazioni. Ma qui non possiamo perdere tempo. Bisogna incoraggiare il terzo vaccino. Mi piacerebbe lo avessero detto in modo più chiaro”, chiosa.