06Ancora un appuntamento con il mondo dei libri, ancora una nuova tappa per far conoscere e apprezzare il libro del vittoriese Massimo La Pegna, “La riviera” oltre i confini isolani.
Infatti la casa editrice Il Convivio presenta il romanzo di La Pegna alla rassegna libraria “Più libri più liberi” aperta il 4 dicembre a Roma, alla Nuvola dell’Eur. La rassegna durerà fino all’Immacolata, l’8 dicembre e lo stand de Il Convivio Editore è lo F 06. L’opera narrativa di Massimo La Pegna era stata presentata anche alla 33sima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino lo scorso ottobre. ‘La riviera’ è il secondo romanzo di La Pegna, dopo ‘Donna Vincenza’, accanto ad una ricca produzione di racconti, commedie e monologhi teatrali. Uno dei quali, ‘La sorpresa’, è stato recentemente inserito nella antologia “In punta di piedi verso l’aurora”(dal titolo del monologo di Violetta Chiarini, vincitrice della prima edizione del Premio nazionale di scrittura teatrale dedicata a un grande autore del passato, Marco Praga).curato da Chiara Rossi ed edito da Macabor, casa editrice di Francavilla Marittima (CS). Il romanzo di Massimo La Pegna, come abbiamo più volte ricordato va annoverato tra quelli che in tedesco vengono definiti ‘bildungroman’, romanzi di formazione, o, per dirla alla francese, è una ‘èducation sentimentale’ che vanta illustri esempi nella storia della letteratura. Riassumendolo brevemente, ‘La riviera’ racconta di una formazione giovanile, dalle elementari all’affacciarsi al mondo adulto, tutta vissuta tra Vittoria e Scoglitti (la riviera in questione è appunto la riviera Lanterna della cittadina balneare ipparina).
Il narrato de La riviera è il racconto di una infanzia e soprattutto di una giovinezza degli anni ‘80, in cui il protagonista, alter ego, ci piace pensare, dello stesso autore, e i suoi amici, vivono la loro felice stagione in un luogo che assume la valenza di un topoi, luogo reale e pur trasfigurato in un ‘dove’ e in un ‘quando’ metatemporali e metastorici. La riviera che nonostante gli scempi edilizi degli anni del boom economico, non dimentica, o meglio non fa dimenticare al protagonista e ai suoi amici, di poggiare le proprie fondamenta su una delle città più potenti della classicità greco-romana, ovvero Camarina, con la sua inestimabile ricchezza di reperti e di storia. Per il resto il fil rouge dei ricordi è quello che tutti ci possiamo immaginare, per averlo magari vissuto in prima persona in tempi e luoghi diversi. Le elementari e la scoperta della miopia, i vecchi metodi educativi che non si interessavano dello scolaro come persona, gli scarsi successi scolastici e a far da contraltare gli ottimi risultati in una disciplina sportiva. E poi gli anni dell’università o della ricerca di un primo lavoro, la scoperta di un mondo altro grazie alla conoscenza con comitive di giovani di altre nazionalità, l’inevitabile sorgere di amori anche duraturi ma alla fine destinati a spegnersi per lontananza e per incapacità di uno dei due di abbandonare la propria terra”.
E a conclusione del proprio percorso, Massimo La Pegna sottolinea ancora una volta una delle direttrici della sua opera, ovvero il ricordo di chi siamo, da dove veniamo, insomma delle proprie origini a tutto tondo. E lo fa con questa suggestiva frase che suggella il romanzo portandolo a ritroso ad una festa della Madonna di mezza estate, quando era “piccolino e grande, su quella postazione privilegiata, circondato dall’affetto dei miei, con il sorriso stampato sul viso e il cuore che batte forte ad aspettare i giochi pirotecnici”. (daniele distefano)