“Un ‘riedizione’ del lockdown totale del 2020 non è sostenibile, ma chiusure chirurgiche potrebbero essere necessarie e dobbiamo pensarci metterci in questa ottica e avere il più possibile comportamenti responsabili per evitarlo”.
E’ il monito lanciato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano. “Nel manuale, nel menu delle cose del prossimo futuro, bisogna immaginarlo” il rischio lockdown, “certo non quello assoluto del 2020 – dice l’esperto all’Adnkronos Salute – Abbiamo una sfida davanti che sarà la riapertura delle scuole e serve uno sforzo corale di tutti, istituzioni e famiglie. Bisognerà vedere quale sarà l’andamento della curva perché arriveremo a una quota molto importante di casi”. “Io spero – continua – che possa essere solo un’azione più chirurgica e legata a situazioni come possono essere ad esempio quella della Sicilia, dove gli amici dell’Anpas”, l’Associazione nazionale pubbliche assistenze di cui Pregliasco è presidente, “hanno dato una mano ad aprire ospedali da campo”. “Invece un lockdown così pesante come quello del 2020 no”. Per Pregliasco la modalità di azione deve essere un’altra: “Dobbiamo tenere conto di una mitigazione della diffusione” di Sars-CoV-2. “Possiamo solo governare una spalmatura nel tempo dei casi, per non lasciare il virus a fare quel che vuole”.
E sulla base di questa prospettiva di misure chirurgiche che potrebbero rendersi necessarie, “dobbiamo avere un comportamento di buonsenso – esorta Pregliasco – Tutto dipende dalla modalità con cui gestiamo questo momento. Dobbiamo farlo con buonsenso e progressione. E le prossime settimane, fino alla fine del mese di gennaio, saranno decisive” per il destino dell’epidemia. “La possibilità di chiusure è un’opzione da tenere in conto, sapere che può esserci e fare in modo di comportarsi in modo più responsabile per evitare che tutto ciò accada”.